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Maggioranza e minoranza concordi nell’opporsi all’impianto di Loreo

Un univoco ‘no’ ai PFAS da parte dell’amministrazione comunale portovirese

Il sindaco Mario Mantovan all'incontro 'No PFAS'

Il sindaco Mario Mantovan all'incontro 'No PFAS'

Tra i primi gesti del nuovo sindaco Mario Mantovan dopo l’elezione, il suo concreto ‘no’ ai pfas, che sul Delta destano preoccupazione per l’inceneritore che si vorrebbe costruire a Loreo. Recentemente Mantovan – che dai primi giorni di mandato ha esposto alla finestra del municipio la bandiera ‘no fanghi no inceneritore’ - ha partecipato alla conferenza stampa organizzata dai due comitati del nostro territorio. ”È stata l’occasione per sottolineare la portata storica della giornata  - ha commentato - Il Comitato Tecnico Regionale per la Valutazione di Impatto Ambientale ha espresso parere negativo per la realizzazione di un impianto per il trattamento dei fanghi di depurazione civile a Porto Marghera, riconoscendone l’impatto inquinante e bloccandone l’iter autorizzativo”. Un altro segnale forte è arrivato con le condanne agli ex manager della Miteni, l'industria chimica che ha contaminato le acque e i terreni delle aree circostanti con i pfas. “Alla luce di questi fatti, parlare ancora oggi di nuovi inceneritori o di fabbriche inquinanti nel Delta del Po è francamente inaccettabile – ha sottolineato ancora il primo cittadino - Mi auguro che qualcuno, anche senza dover ammettere colpe, abbia il coraggio e il buon senso di fare un passo indietro”. Nel corso di due consigli comunali il tema è stato ulteriormente sviluppato: dalla maggioranza Sante Crepaldi ha illustrato i danni e la mancanza di legislazione per la tutela di cittadini e territori, unita ad ostacoli e insabbiamenti dovuti alle società produttrici e invitando alla regolamentazione e all’approvazione di una legge che metta al bando la produzione, l’utilizzo e la commercializzazione dei pfas. A dare un taglio politico alla questione è intervenuto dalla minoranza Mattia Mantovani, consigliere e compagno dell’assessore regionale Valeria Mantovan: “L’unica forza politica che ha presentato una mozione vera e non simbolica è stata Fratelli d’Italia” proponendo anche indagini autonome sull’acquedotto cittadino oltre a quelle fatte dal gestore. Presa di posizione ferma anche dall’assessore Marialaura Tessarin: “L’impianto della Green Sludge Solution avrebbe una capacità di trattamento di 60.000 tonnellate annue di fanghi e sorgerebbe nella zona di transizione della riserva biosfera MAB Unesco, di siti Natura 2000 e a ridosso del Parco, un’area protetta che impone vincoli di tutela ambientale e paesaggistica, senza contare il traffico aggiuntivo di mezzi pesanti che trasporterebbero i fanghi, le immissioni in atmosfera e i residui solidi della combustione: ceneri, polveri sottili e metalli pesanti. Il progetto e le valutazioni ambientali dell’impianto di Loreo sono stati portati avanti senza un adeguato coinvolgimento delle comunità locali”. Infine l’affondo: “Lo schema di accordo adottato tra il comune di Loreo – rappresentato dal sindaco e presidente dell’Ente Parco Moreno Gasparini - e la società prevede compensazioni economiche plurimilionarie, segnale evidente dei potenziali impatti negativi e della necessità di riparare danni ambientali e infrastrutturali”. Ancora dalla minoranza, Armida Panizzo ha invitato a inoltrare la delibera adottata non solo alla Regione ma a tutti i comuni deltini.

Fabio Pregnolato

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