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Sanità veneta, firmato l’accordo sul riparto fondi: 350 euro in welfare per ogni dipendente

L’assessore Lanzarin: “Un intervento concreto per valorizzare il personale e affrontare la carenza di operatori”

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Manuela Lanzarin

La Regione del Veneto ha ufficializzato oggi la firma del verbale di riparto delle risorse previste dalla Legge regionale n. 26/2024, destinata al personale del sistema sanitario. L’intesa, raggiunta con le organizzazioni sindacali del comparto sanità e della dirigenza, prevede un’erogazione welfare di 350 euro per ogni lavoratore del settore, tra operatori sanitari, sociosanitari e dirigenti.

“Abbiamo dato una risposta concreta alle esigenze dei lavoratori del nostro servizio sanitario – ha dichiarato l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin –. Si tratta di una misura che sostiene il reddito delle famiglie e riconosce l’impegno straordinario degli operatori, sfruttando al massimo le agevolazioni fiscali previste a livello nazionale”.

51 milioni di euro l’anno per il triennio 2025–2027

Il provvedimento nasce dall’attuazione del Patto per la Salute 2019–2021 e consente l’aumento dei fondi contrattuali delle Aziende sanitarie venete fino al 2% del monte salari del 2018, per un importo complessivo di 51,7 milioni di euro all’anno, da destinare al personale nel triennio 2025-2027.

I 350 euro saranno corrisposti sotto forma di buoni welfare, utilizzabili per servizi o acquisti, e non soggetti a tassazione né a contributi. Una soluzione che rappresenta un doppio vantaggio: per i lavoratori, che ricevono il beneficio netto; e per le aziende sanitarie, che possono impiegare interamente i fondi a favore del personale.

Risorse residue per il contratto integrativo

Una volta erogata la quota welfare, le risorse rimanenti verranno suddivise proporzionalmente tra comparto e dirigenza, sulla base del monte salari 2018. La definizione dei criteri specifici di ripartizione avverrà a livello aziendale, attraverso i tavoli contrattuali integrativi che ora si avviano ufficialmente.

“Siamo la prima regione italiana ad adottare questa misura – ha sottolineato Lanzarin – e lo facciamo con l’intento di migliorare l’attrattività del lavoro sanitario e rafforzare la tenuta del nostro sistema. Questo è solo uno dei tanti strumenti messi in campo per contrastare la carenza di personale e promuovere la stabilizzazione dei professionisti”.

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