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I Consultori familiari festeggiano 50 anni, ma in Veneto sono ancora una risorsa scarsa

La legge del 1975 ha creato un presidio fondamentale per la salute pubblica, ma la rete veneta è insufficiente e sotto organico

I Consultori familiari festeggiano 50 anni, ma in Veneto sono ancora una risorsa scarsa

Foto di repertorio

Mezzo secolo fa, con la legge 405 del 1975, nasceva in Italia una rete di consultori pubblici familiari, strutture indispensabili per garantire assistenza psicologica, visite specialistiche e consulenze gratuite ad adolescenti, donne, uomini, coppie e famiglie. Oggi, a 50 anni dalla loro istituzione, questi presidi continuano a rappresentare un punto di riferimento cruciale per la salute e il benessere sociale, ma in Veneto il loro numero è ancora insufficiente rispetto alle esigenze del territorio.

Secondo i dati aggiornati al 2023, nella regione si conta un consultorio ogni 43.000 abitanti, ben lontano dal parametro previsto dalla legge che ne indica uno ogni 20.000. La media nazionale si attesta invece su un consultorio ogni 32.000 persone. La drammatica riduzione delle risorse e del personale – medico, socio-sanitario e amministrativo – dovuta ai ripetuti tagli alla sanità pubblica, ha impoverito questo servizio essenziale, lasciando molte aree senza un adeguato punto di riferimento.

«È urgente potenziare la rete dei consultori – sottolineano Tiziana Basso, Segretaria generale Cgil Veneto, Ivan Bernini, Segretario generale FP Cgil Veneto, e Margherita Grigolato del Dipartimento politiche inclusive Cgil Veneto – per garantire a tutti, in ogni quartiere e in ogni zona della città, la possibilità di rivolgersi a strutture efficienti e ben organizzate quando si ha bisogno di aiuto.»

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