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Medici esteri
01.08.2025 - 14:15
Foto di repertorio
La recente decisione della Giunta regionale del Veneto di autorizzare, in via sperimentale e temporanea, l’assunzione di medici specialisti con titoli ottenuti all’estero ma non ancora riconosciuti in Italia, ha scatenato un acceso dibattito politico e istituzionale.
Anna Maria Bigon, consigliera regionale del Partito Democratico e vicepresidente della commissione sanità, ha espresso una netta contrarietà a questa scelta, definendola “una misura preoccupante e potenzialmente pericolosa”. Secondo Bigon, se durante l’emergenza pandemica da Covid-19 era comprensibile adottare misure straordinarie per garantire la tenuta del sistema sanitario, oggi non esistono le condizioni di emergenza che giustifichino un’azione del genere.
“La carenza di personale medico nella nostra regione è un problema noto da tempo, causato dalla mancanza di interventi adeguati e tempestivi – ha sottolineato Bigon – ma aggirare i requisiti minimi di formazione e abilitazione stabiliti dalla legge non può essere la risposta. Affidare reparti complessi come i Pronto Soccorso a professionisti il cui titolo non è riconosciuto ufficialmente mette a rischio la sicurezza dei pazienti e la qualità delle cure.”
Per questo motivo, la esponente del Pd ha chiesto la sospensione immediata dell’attuazione del provvedimento e ha sollecitato l’apertura di un confronto urgente in commissione sanità, affinché si trovino soluzioni strutturali e sicure per il sistema sanitario regionale.
Bigon ha ribadito che la vera sfida consiste nel fermare la fuga del personale medico, rendere più attrattivi i bandi di reclutamento, migliorare le condizioni di lavoro e supportare seriamente i giovani in formazione, evitando scorciatoie che rischiano di compromettere il servizio pubblico.
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