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Attualità
11.08.2025 - 11:46
Foto di repertorio
Non bastano i pericoli naturali del fiume Piave: ora ci si mettono anche i maleducati. Nelle ultime settimane, alcuni volontari incaricati di monitorare le sponde del fiume e informare i bagnanti sui rischi delle acque sono stati insultati e aggrediti verbalmente da chi non gradisce i richiami alla prudenza.
Un comportamento “inaccettabile e vergognoso” lo ha definito il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che ha voluto esprimere pubblicamente solidarietà ai volontari: “Reagire con sgarbo e aggressività verso chi svolge un servizio gratuito per proteggere la vita altrui è incivile – ha dichiarato –. I volontari non sono lì a dare fastidio, ma a evitare tragedie. A loro va il mio pieno ringraziamento”.
Le squadre di sorveglianza, coordinate su autorizzazione della Prefettura, sono state attivate dopo una lunga serie di incidenti, alcuni dei quali purtroppo mortali, avvenuti proprio nel tratto del Piave frequentato ogni estate da centinaia di persone: un ragazzo di 21 anni è morto annegato il 21 giugno, seguito da una bambina di 10 anni il 29 giugno.
L'obiettivo è semplice: prevenire annegamenti e situazioni di pericolo informando i cittadini sulle insidie del fiume, spesso sottovalutate.
Zaia ha ricordato che molte delle vittime degli ultimi anni sono state colte di sorpresa da correnti improvvise o da fondali instabili: “È proprio questa scarsa conoscenza del contesto naturale a causare gli incidenti. Ecco perché la presenza dei volontari è fondamentale”.
Nel ribadire l’importanza della loro attività, il governatore ha lanciato un appello al rispetto e al buon senso: “Chi insulta un volontario, insulta la sicurezza collettiva. Dobbiamo ringraziarli, non attaccarli. Anche una sola vita salvata giustifica ogni loro sforzo”.
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