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Funghi, boom nei boschi del Veneto: aumentano gli incidenti e gli interventi del soccorso alpino

La stagione eccezionale attira nei boschi anche i meno esperti: sei vittime al Nord, 411 interventi nel 2024 per fungaioli in difficoltà

Funghi, boom nei boschi del Veneto: aumentano gli incidenti e gli interventi del soccorso alpino

Foto di repertorio

Nel cuore dell'estate 2025, i boschi del Veneto – come quelli di tutto il Nord Italia – sono tornati ad animarsi con centinaia di cercatori di funghi, attratti da una stagione straordinariamente generosa. La combinazione di una lunga fase fresca seguita da caldo e umidità ha infatti creato le condizioni perfette per la crescita dei funghi, ma ha anche scatenato una corsa nei boschi da parte di appassionati improvvisati e spesso impreparati.

Il bilancio, purtroppo, è già pesante: sei le vittime in poche settimane, una anche in Alto Adige. Il problema, secondo il Gruppo Micologico Bresadola di Belluno, è legato proprio all'inesperienza di chi si avventura nei sentieri montani senza adeguata preparazione. I boschi del Veneto, dalle Prealpi Trevigiane fino all’Altopiano di Asiago, sono stati frequentati da cercatori sprovvisti dell’equipaggiamento minimo: stivali scivolosi usati con imprudenza, mancanza di scarponi da montagna, abiti inadatti, assenza di bastoni o di compagni d’escursione.

Gli esperti segnalano anche rischi legati all’identificazione dei funghi. In particolare, è stato rilevato un aumento di specie altamente tossiche come il Cortinarius orellanoides, in grado di provocare gravi danni renali, o della Amanita phalloides, spesso scambiata per la ben più pregiata Amanita caesarea. Nel solo 2024, i centri micologici del Veneto avevano ricevuto decine di cestini contenenti specie potenzialmente letali. Le Ulss provinciali mettono a disposizione servizi di riconoscimento gratuito, ma in molti casi vengono ignorati.

Sul fronte dei soccorsi, i dati parlano chiaro. Il Soccorso Alpino e Speleologico ha registrato lo scorso anno oltre 12 mila interventi, 411 dei quali dedicati esclusivamente al recupero di fungaioli in difficoltà. Cadute, smarrimenti, disidratazione o incidenti in zone impervie sono all’ordine del giorno. Il Veneto, con la sua vasta rete di sentieri e boschi accessibili, è tra le regioni più colpite.

Non sono da sottovalutare nemmeno i pericoli legati alla fauna: il numero di zecche infette è in crescita in tutto il Nord Est. Le autorità sanitarie regionali invitano alla vaccinazione contro la TBE (encefalite da zecche) e alla massima attenzione: si raccomandano abiti chiari, pantaloni lunghi, maniche lunghe e un'ispezione accurata del corpo al rientro.

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