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13.08.2025 - 11:16
Foto di repertorio
È tornato in Italia da Francoforte don Nandino Capovilla, il sacerdote fermato all’aeroporto di Tel Aviv e successivamente espulso da Israele per motivi di “pubblica sicurezza”. Al suo arrivo è stato accolto con calore, tra applausi e cori in sostegno alla causa palestinese.
Don Capovilla, che si trovava in Israele per un pellegrinaggio, ha subito un fermo di sette ore durante il quale gli era stato sequestrato il cellulare, restituitogli solo nella serata precedente al rientro. Attraverso un messaggio pubblicato sui social, il sacerdote ha voluto spostare l’attenzione da sé ai problemi maggiori: “Non parliamo di me, ma delle sanzioni che andrebbero messe a Israele per i suoi errori e orrori”, ha scritto, sottolineando la necessità di risposte concrete da parte della comunità internazionale.
L’episodio ha riacceso il dibattito sulla situazione in Medio Oriente, con don Nandino che si conferma una voce critica e attenta alle questioni umanitarie, nonché un simbolo per quanti chiedono giustizia per la Palestina. La sua espulsione è stata interpretata da molti come un segnale della crescente tensione e delle difficoltà di dialogo tra le parti.
Il ritorno in Italia di don Capovilla, salutato da manifestazioni di solidarietà, apre dunque una nuova fase di riflessione sulle politiche e le sanzioni da adottare, mentre resta alta l’attenzione sul conflitto israelo-palestinese e sulle ripercussioni anche in ambito internazionale.
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