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Attualità
03.09.2025 - 10:26
Foto di repertorio
Da oltre dieci anni la moschea di via Turazza, nel quartiere Stanga di Padova, occupa un locale trasformato da commerciale a luogo di culto senza i necessari permessi, provocando disagi per i residenti con preghiere in strada, rumori notturni e blocchi al traffico. La situazione ha generato tensioni, con proteste e anche minacce verso chi chiedeva il rispetto delle norme.
L’europarlamentare ed ex sindaca di Monfalcone, Anna Maria Cisint, ha denunciato pubblicamente l’irregolarità e inviato una diffida al sindaco di Padova, Sergio Giordani, chiedendone la chiusura e il ripristino della destinazione d’uso originaria. Cisint sottolinea che le regole devono valere per tutti, senza eccezioni, ricordando come a Monfalcone siano stati chiusi due luoghi di culto irregolari. Ha inoltre espresso preoccupazioni sul rischio che alcune moschee abusive possano essere veicolo di radicalizzazione e ha invocato trasparenza sui finanziamenti.
L’amministrazione comunale ha riscontrato che la struttura, aperta dal 2012, non possiede i requisiti urbanistici né i permessi previsti dalla legge “anti-moschee” della Regione Veneto, normativa che rende molto complicata la regolarizzazione dei centri religiosi in ambito urbano, generando un contesto di difficoltà per la piena libertà di culto. Per questo motivo è stato avviato un procedimento per opere abusive come previsto dalla legge.
Gli assessori comunali hanno annunciato l’apertura di un dialogo con le comunità islamiche locali per cercare soluzioni che garantiscano convivenza, legalità e sicurezza, nel rispetto della normativa, auspicando una integrazione reale che non deroghi ai principi costituzionali di libertà e rispetto delle regole.
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