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Medaglia d’oro al merito civile a Cavarzere: una giornata che diventa memoria collettiva

Cavarzere riceve la medaglia d’oro al merito civile, cerimonia al Teatro Serafin con autorità e cittadini

Medaglia d’oro al merito civile a Cavarzere: una giornata che diventa memoria collettiva

Ci sono giorni in cui una comunità ritrova il proprio volto nella memoria condivisa. A Cavarzere oggi, venerdì 12 settembre 2025, lo sguardo si è posato sul passato per dare più forza al presente: la città ha ricevuto ufficialmente la medaglia d’oro al merito civile, un riconoscimento che trasforma il dolore di ieri in responsabilità per domani.

Conferita con decreto del Presidente della Repubblica lo scorso 30 aprile, la medaglia d’oro al merito civile riconosce a Cavarzere il sacrificio della propria popolazione durante la seconda guerra mondiale. Tra il 1944 e il 1945 il territorio fu colpito da bombardamenti devastanti e rappresaglie sanguinose. La motivazione ufficiale scolpisce i nomi e gli episodi che hanno segnato la memoria locale: l’eccidio dei cinque martiri di San Pietro di Cavarzere, l’uccisione di un civile e la strage dei cosiddetti “martiri della Baggiolina”, esempi di virtù civiche e resistenza morale.

Il conferimento è stato celebrato al teatro Tullio Serafin, durante un consiglio comunale straordinario e aperto al pubblico. In sala, accanto all’amministrazione comunale guidata dal sindaco Pierfrancesco Munari, hanno preso posto autorità civili, militari, religiose, le associazioni d’arma e tanti cittadini: una presenza corale che ha restituito la misura di un riconoscimento vissuto come bene comune.
“Questa medaglia – ha dichiarato il sindaco Munari – appartiene a tutti noi e ai nostri avi. E’ un tributo alla sofferenza, ma anche alla forza di rialzarsi e ricostruire. Oggi si chiude un cerchio della storia. Onoriamo il passato guardando al futuro di pace e solidarietà”. Nel teatro, l’appello più forte è arrivato ai giovani: coltivare la memoria come dovere civico, perché libertà e democrazia non sono mai conquiste scontate.


Il prefetto di Venezia, Darco Pellos, ha scelto parole che richiamano alla responsabilità: citando papa Pio XII, “con la pace tutto è possibile, con la guerra tutto è perduto”. L’assessore regionale Francesco Calzavara ha portato i saluti del presidente Luca Zaia, mentre il sottosegretario di Stato Andrea Ostellari ha invitato a riflettere sul valore della comunità e sul dovere verso i giovani. Dal Parlamento è arrivato il messaggio del presidente della Camera, Lorenzo Fontana: “queste vicende appartengono a pieno titolo al patrimonio della lotta di liberazione, che contribuì ad affermare i principi di solidarietà, uguaglianza, giustizia e libertà che sono alla base dalla nostra Costituzione”. Hanno fatto sentire la propria vicinanza anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e l’ambasciatore Claudio Bisognero, figlio del generale Riccardo, legato a Cavarzere da vincoli storici e affettivi.

Cavarzere fu definita la “Cassino del Nord”, immagine potente che restituisce la scala della devastazione subita. I “cinque martiri di San Pietro di Cavarzere” e i “martiri della Baggiolina” non sono soltanto episodi storici: sono il lessico attraverso cui una comunità nomina il dolore, dà un volto al coraggio e riconosce l’intreccio tra perdita e dignità. È in questi nomi che la medaglia trova il suo significato pubblico, trasformando la sofferenza in patrimonio condiviso.

Il valore della giornata non sta solo nel simbolo, ma nell’impegno che ne deriva. In un tempo in cui i conflitti tornano a lambire le coscienze, ricordare che “con la pace tutto è possibile” non è retorica, è orientamento civile. Cavarzere ha trasformato un lutto storico in un invito concreto alla responsabilità: tenere vivo il ricordo, esigere giustizia e libertà come pratiche quotidiane, sostenere una comunità che si riconosce nei propri valori. È così che un’onorificenza diventa progetto: un ponte tra la memoria e la cittadinanza di domani.

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