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Crisi sanitaria

Il TAR ferma la Lombardia sui medici formati all’estero: un monito anche per il Veneto

La consigliera regionale Bigon (Pd) chiede alla Giunta veneta di fare marcia indietro dopo la bocciatura lombarda: “Servono soluzioni stabili e non scorciatoie che mettono a rischio la salute dei cittadini”

Foto di repertorio

Foto di repertorio

La decisione del TAR di bloccare la norma lombarda che permetteva l’assunzione di medici con titoli di studio ottenuti all’estero senza il riconoscimento ufficiale in Italia accende il dibattito anche in Veneto. A intervenire è la consigliera regionale del Partito Democratico, Anna Maria Bigon, che ricorda come già ad agosto il Veneto avesse approvato un provvedimento analogo, autorizzando in via sperimentale l’impiego di specialisti stranieri in attesa della convalida dei titoli.

“Questa sentenza – sottolinea Bigon – conferma le nostre perplessità: non si possono aggirare le regole con scorciatoie che rischiano di ricadere sulla pelle dei cittadini. Chiediamo alla Giunta veneta di fare un passo indietro e di avviare finalmente misure serie e durature per risolvere la carenza di personale sanitario”.

Secondo l’esponente dem, “sarebbe un paradosso se un sistema sanitario che deve garantire certezze e fiducia ai cittadini finisse invece per affidarsi a medici con titoli non ancora verificati. La salute delle persone non può essere messa in discussione da scelte affrettate”.

Il tema, che riguarda direttamente ospedali e pronto soccorso in tutta la regione, resta quindi caldo anche per il Veneto, alle prese con una cronica difficoltà nel reperire professionisti della sanità.

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