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Aggressioni al Pronto Soccorso: scoppia la polemica tra Comune e Regione

Sicurezza negli ospedali al centro del dibattito politico dopo l’ennesimo episodio di violenza a Borgo Trento

Aggressioni al Pronto Soccorso: scoppia la polemica tra Comune e Regione

Foto di repertorio

È scontro aperto sulla sicurezza nei Pronto Soccorso veronesi dopo l’ultima aggressione, sventata nel fine settimana da una guardia giurata all’ospedale di Borgo Trento. A lanciare l’allarme è stato Nicolò Zavarise, capogruppo della Lega in Consiglio comunale, che ha accusato l’amministrazione guidata dal sindaco Tommasi di non affrontare un’emergenza sempre più evidente.

Secondo Zavarise, le oltre trenta aggressioni registrate dall’inizio dell’anno al Pronto Soccorso di Borgo Trento sarebbero il segnale chiaro di un sistema di sicurezza inadeguato. A suo dire, il personale sanitario lavorerebbe in un clima di costante tensione, mentre i cittadini sarebbero esposti a rischi reali ogni volta che accedono alle strutture ospedaliere.

Il consigliere del Carroccio ha evidenziato come solo il pronto intervento degli addetti alla vigilanza abbia evitato conseguenze più gravi durante l’ultimo episodio, ma ha sottolineato che “non si può continuare a contare sulla fortuna o sul coraggio di pochi”. A suo avviso servirebbero misure strutturali: presidi fissi delle forze dell’ordine negli ospedali, più personale dedicato alla sicurezza e protocolli di intervento più efficaci.

Zavarise ha anche ricordato di aver sollevato la questione già lo scorso giugno, quando aveva presentato una richiesta formale per discutere in aula la sicurezza nei presidi ospedalieri cittadini. La sua interrogazione, però, non era stata nemmeno calendarizzata, circostanza che ha definito “grave e sintomo di scarso rispetto verso l’opposizione e, soprattutto, verso i cittadini preoccupati”.

Il leghista ha inoltre denunciato episodi inquietanti come la presenza di persone moleste all’interno dell’ospedale, in alcuni casi intente a fumare sostanze stupefacenti o a minacciare pazienti e operatori. Ha quindi invitato l’Amministrazione a collaborare attivamente con Prefettura, Azienda Ospedaliera e forze dell’ordine, evitando atteggiamenti che ha definito “passivi e inconcludenti”.

La replica del Comune: "La responsabilità è della Regione"

Non si è fatta attendere la replica dell’Amministrazione comunale, che ha risposto per le rime con una nota ufficiale. Da Palazzo Barbieri hanno espresso solidarietà al personale sanitario vittima delle recenti aggressioni, ma hanno voluto precisare che la sicurezza all’interno delle strutture ospedaliere non rientra tra le competenze comunali, bensì è affidata alla Regione.

Secondo il Comune, l’esponente della Lega avrebbe sbagliato bersaglio, e sarebbe opportuno che rivolgesse le sue richieste al governo regionale, guidato peraltro da rappresentanti del suo stesso partito. Nella nota si sottolinea come la materia sia già regolata da una serie di norme nazionali e protocolli interministeriali.

In particolare, vengono richiamate:

  • la legge del 14 agosto 2020 sulla sicurezza degli operatori sanitari;

  • la legge 113/2020, che rimanda a protocolli specifici per l’intervento delle forze dell’ordine;

  • la circolare del Ministero dell’Interno di gennaio 2023, che prevede il monitoraggio dei posti di polizia negli ospedali;

  • e quella di marzo 2023, che ribadisce l’esigenza di rafforzare la sicurezza delle strutture sanitarie.

Il Comune, pur confermando la volontà di mantenere alta l’attenzione sul tema, ha respinto le critiche di Zavarise, definendole strumentali e poco costruttive. La polemica, nel frattempo, è destinata a continuare, mentre medici e infermieri chiedono maggiore protezione per poter svolgere il proprio lavoro in condizioni di sicurezza.

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