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Martella (PD): “Il ritardo del centrodestra è un insulto al Veneto che lavora”

Il segretario regionale Pd critica la mancata definizione del candidato presidente a poche settimane dal voto

Martella (PD): “Il ritardo del centrodestra è un insulto al Veneto che lavora”

Foto di repertorio

A meno di otto settimane dalle elezioni regionali, il centrodestra veneto non ha ancora ufficializzato il proprio candidato presidente. Una situazione che Andrea Martella, segretario regionale del Partito Democratico del Veneto, definisce «un insulto al Veneto che lavora».

«È incredibile dover aspettare l’esito delle elezioni nelle Marche, e forse anche in Calabria, prima di avere una scelta definitiva – afferma Martella –. Questo ritardo è una mancanza di rispetto verso il territorio, le famiglie, le imprese e i lavoratori che ogni giorno affrontano sfide importanti. Privare le elezioni di un confronto serio e tempestivo penalizza la nostra regione».

Martella mette in discussione anche l’autonomia politica del centrodestra, sottolineando come la decisione venga influenzata da scelte a livello nazionale piuttosto che da un reale progetto regionale: «Che autonomia è quella che deve attendere i risultati di altre regioni per decidere il proprio futuro? Con quale credibilità si può pensare di guidare il Veneto in questa fase delicata?».

Il segretario Pd ricorda inoltre che le principali associazioni di categoria hanno già espresso critiche alle strategie adottate finora dalla Regione e all’assenza di un candidato forte da parte della destra. «Noi ci siamo – sottolinea Martella – con Giovanni Manildo, che da mesi sta portando avanti una campagna di ascolto e confronto sul territorio, con oltre 200 incontri e proposte concrete per il futuro della regione».

Tra le priorità individuate da Martella per il Veneto figurano la sanità, la casa, l’ambiente, la sicurezza, il lavoro, le prospettive per i giovani, il caro vita e i costi dell’energia. «È surreale e offensivo che la destra continui a trattare la nostra regione come una proprietà da spartire tra partiti romani, scegliendo all’ultimo minuto un candidato frutto di giochi di potere e non di una riflessione seria sul futuro del Veneto».

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