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Giovani e salute mentale, Manildo alza la voce: «Serve un piano regionale, ora»

Nel giorno mondiale dedicato al tema, il candidato del centrosinistra propone sportelli psicologici gratuiti nelle scuole e nei quartieri, psicologi di comunità e una rete territoriale integrata per affrontare il disagio giovanile

Giovani e salute mentale, Manildo alza la voce: «Serve un piano regionale, ora»

Foto di repertorio

Il benessere mentale dei giovani non può più essere lasciato ai margini dell’agenda politica. Giovanni Manildo, candidato alla presidenza della Regione Veneto per la coalizione di centrosinistra, ha scelto la Giornata mondiale della salute mentale per lanciare un appello forte e strutturato: costruire un vero “Piano veneto per il benessere psicologico”, con risorse dedicate, strutture diffuse sul territorio e una rete di servizi pubblici a sostegno di famiglie e ragazzi.

«Non è più possibile fingere che il disagio mentale giovanile sia un problema di pochi o un tabù sociale», afferma Manildo. «Lo vediamo ogni giorno: ansia, disturbi alimentari, isolamento, dipendenze… Un’intera generazione sta pagando il prezzo di anni difficili, acuiti dalla pandemia e da un ambiente digitale che amplifica stress e fragilità. La salute mentale non è un lusso: è una priorità sociale».

Per l’ex sindaco di Treviso, il tempo delle parole è finito. Servono azioni concrete. La proposta è chiara: sportelli gratuiti di ascolto psicologico nelle scuole, nei quartieri e nei centri civici, insieme all’introduzione stabile della figura dello psicologo scolastico e dello psicologo di comunità all’interno del sistema sanitario territoriale.

«Le famiglie non possono più essere lasciate sole – continua Manildo – e i servizi pubblici oggi non bastano. Dobbiamo costruire una vera cultura della prevenzione, non solo intervenire quando l’emergenza è già esplosa».

Il piano proposto si fonda su un’alleanza stabile tra sanità, scuola, enti locali e terzo settore, con l’obiettivo di trasformare l’approccio alla salute mentale in Veneto. Una rivoluzione culturale, ma anche economica e sociale, secondo Manildo.

«Il disagio psicologico ha un costo elevatissimo per la società, non solo umano. Ricade sul rendimento scolastico, sulla produttività, sulle relazioni, sulla coesione sociale. Investire nella salute mentale è una scelta di futuro e sviluppo sostenibile. Vuol dire prendersi cura delle nuove generazioni, rafforzando anche le nostre politiche per trattenere i giovani talenti nel mondo del lavoro e della ricerca».

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