A Noale la Torre delle Campane ospita “Frammenti”: la mostra di Rosalia Mileti che trasforma le crepe in bellezza

Dal 25 ottobre al 9 novembre, l’esposizione invita i visitatori a scoprire la forza nascosta dietro le fragilità e i pezzi della vita, attraverso le opere emozionali e poetiche dell’artista veneziana

Adamo Chiesa

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15.10.2025 - 18:17

Locandina della mostra

La Torre delle Campane di Noale si prepara ad accogliere un viaggio tra emozioni e memoria con la mostra “Frammenti” di Rosalia Mileti. L’esposizione, inaugurata il 25 ottobre alle 16.00 e visitabile fino al 9 novembre alle 19.00, offre ai visitatori l’opportunità di osservare la fragilità trasformata in forza attraverso le opere dell’artista. “Si va in pezzi tante volte nella vita – racconta Mileti – e io ho imparato a parlare con quei pezzi, a capire chi sono davvero, fino a scoprire la parte nascosta di me. La vita ti rompe, il dolore ti cambia, e ciò che eri prima può diventare smarrimento. Col tempo, quei frammenti diventano un modo per raccontare se stessi”. L’artista spiega che ogni crepa nelle sue opere custodisce una ferita, ogni frammento una storia. “In Giappone esiste il kintsugi, l’arte di riparare con l’oro gli oggetti rotti: non per nascondere le ferite, ma per esaltarle. Le cicatrici diventano valore, non vergogna. La mia mostra riflette queste crepe: fratture che non feriscono più, ma rivelano, e ogni mia espressione è un frammento che insieme crea la mia voce”. Un invito, dunque, a lasciarsi coinvolgere: i visitatori potranno confrontarsi con le proprie emozioni, trovando nei frammenti dell’artista un riflesso delle proprie esperienze e un’occasione per guardarsi dentro.

La Torre delle Campane di Noale si prepara ad accogliere un viaggio tra emozioni e memoria con la mostra “Frammenti” di Rosalia Mileti. L’esposizione, inaugurata il 25 ottobre alle 16.00 e visitabile fino al 9 novembre alle 19.00, offre ai visitatori l’opportunità di osservare la fragilità trasformata in forza attraverso le opere dell’artista.

“Si va in pezzi tante volte nella vita – racconta Mileti – e io ho imparato a parlare con quei pezzi, a capire chi sono davvero, fino a scoprire la parte nascosta di me. La vita ti rompe, il dolore ti cambia, e ciò che eri prima può diventare smarrimento. Col tempo, quei frammenti diventano un modo per raccontare se stessi”.

L’artista spiega che ogni crepa nelle sue opere custodisce una ferita, ogni frammento una storia. “In Giappone esiste il kintsugi, l’arte di riparare con l’oro gli oggetti rotti: non per nascondere le ferite, ma per esaltarle. Le cicatrici diventano valore, non vergogna. La mia mostra riflette queste crepe: fratture che non feriscono più, ma rivelano, e ogni mia espressione è un frammento che insieme crea la mia voce”.

Un invito, dunque, a lasciarsi coinvolgere: i visitatori potranno confrontarsi con le proprie emozioni, trovando nei frammenti dell’artista un riflesso delle proprie esperienze e un’occasione per guardarsi dentro.