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Este presenta a Ca’ Foscari il progetto per trasformare l’Area Archeologica dell’Olmo in un parco culturale e sociale

L’iniziativa, finanziata anche da Fondazione Cariparo, punta a valorizzare il patrimonio storico e ambientale di Este con un investimento di 300mila euro

Este presenta a Ca’ Foscari il progetto per trasformare l’Area Archeologica dell’Olmo in un parco culturale e sociale

Foto di repertorio

Dal 27 al 30 ottobre si terrà a Venezia la terza edizione del Workshop “Paesaggio e Archeologia”, ospitato presso l’Università Ca’ Foscari, che affronta il rapporto tra territorio e testimonianze storiche in Veneto dalla preistoria all’età postantica. Tra i protagonisti, il Comune di Este che, mercoledì 29 ottobre, presenterà il progetto di riqualificazione dell’Area Archeologica dell’Olmo.

L’intervento sarà affidato all’Assessore all’Ambiente Beatrice Andreose e agli architetti Maria Cristina Bartolucci e Silvia Pesavento dello studio MMP, che hanno curato il piano di trasformazione dell’attuale spazio verde in via Salute in un parco pubblico multifunzionale, destinato a diventare un nuovo punto di riferimento per la città, sotto il profilo culturale, sociale e ambientale.

Il progetto, sostenuto da un contributo della Fondazione Cariparo nel quadro del bando “Luoghi non comuni” e cofinanziato dal Comune per un totale di 300mila euro, mira a recuperare un’area di grande rilievo archeologico, che ospita il Decumano massimo dell’antica Este e i resti della Domus dei Signini, una delle più importanti dimore romane al confine con l’antico foro.

«L’obiettivo è restituire alla comunità uno spazio non solo verde ma vivo, capace di coniugare storia millenaria e partecipazione attiva — ha dichiarato il Sindaco Matteo Pajola. Siamo orgogliosi di portare questo progetto a Ca’ Foscari, un riconoscimento prestigioso per il lavoro svolto».

Soddisfatta anche l’Assessore Andreose, che ha sottolineato l’importanza della valorizzazione di un sito troppo a lungo trascurato: «La collaborazione con l’Università veneziana conferma la qualità dell’iniziativa e rafforza il nostro impegno per una transizione ecologica integrata con la tutela del patrimonio culturale».

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