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Lavoro in Veneto

Occupazione in calo e cassa integrazione in aumento: segnali preoccupanti per il mercato del lavoro veneto secondo il PD

Secondo Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, la crisi colpisce soprattutto donne e lavoratori precari, con contratti a termine e lavoro povero in aumento

Vanessa Camani

Vanessa Camani

Il mercato del lavoro in Veneto mostra chiari segnali di difficoltà: diminuiscono gli occupati, aumentano le ore di cassa integrazione e si allarga il divario tra chi ha un lavoro stabile e chi vive nella precarietà. A lanciare l’allarme è Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, commentando i dati del Rendiconto sociale INPS 2024.

“Il Veneto sta cambiando, ma nella direzione sbagliata – spiega Camani –. Crescono i contratti a termine, il part-time imposto e il lavoro povero. La partecipazione femminile diminuisce e restano forti le differenze tra uomini e donne su stipendi e pensioni. Sono segnali di una fragilità strutturale che la Regione continua a sottovalutare”.

Camani ricorda che per contrastare queste disuguaglianze, nel 2022, il Consiglio regionale ha approvato su sua iniziativa la Legge regionale n. 3/2022, dedicata alla promozione della parità retributiva e al sostegno all’occupazione femminile stabile e di qualità.

“Quella legge è stata un passo importante, ma serve fare molto di più – sottolinea –. Servono misure concrete: incentivi per lavori stabili e di qualità, strumenti per sostenere la condivisione dei compiti familiari e per ridurre la precarietà. Parlare di crescita non basta se non è una crescita equa”.

“Se vogliamo davvero misurare il benessere del Veneto – conclude Camani – dobbiamo investire sulle persone reali, non solo sui numeri. Parità, sicurezza del reddito e lavoro di qualità sono la vera sfida del nostro territorio”.

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