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Attualità
31.10.2025 - 17:18
 
									Sono state due giornate di portata storica, quelle di mercoledì 8 e giovedì 9 ottobre 2025, per la città di Padova e per il mondo dell’arte. Dopo 85 anni dall’ultima “discesa”, il celebre Gruppo bronzeo del Gattamelata di Donatello è stato rimosso dal suo basamento di fronte alla Basilica di Sant’Antonio. L’opera è ora custodita al piano terra dell’ex Museo Civico “Boito”, dove nei prossimi mesi verranno condotte le analisi preliminari al restauro.
Per accogliere il monumento, l’ex museo è stato oggetto di lavori di adeguamento e conservazione: qui è stato allestito un laboratorio di restauro temporaneo, visitabile anche dal pubblico.
Dopo tre anni avvolto dai ponteggi, il Gattamelata ha lasciato il sagrato per essere sottoposto alle necessarie indagini conservative, realizzate con il sostegno delle organizzazioni americane Friends of Florence e Save Venice.
Le due giornate di lavoro hanno visto impegnate decine di professionisti: il restauratore Nicola Salvioli, gli ingegneri Filippo Casarin e Marco Mocellini (R-Struct Engineering), la ditta Arterìa di Firenze per la movimentazione, Expin Srl per le indagini e il montaggio strutturale, e numerosi altri tecnici specializzati.
Mercoledì 8 ottobre alle 9.30 è sceso per primo il Cavaliere, di circa 450 kg, seguito giovedì 9 ottobre dal Cavallo, di 1.600 kg, trasportato in serata nel vicino ex Museo Civico. Tutte le operazioni sono state monitorate costantemente per garantire la massima sicurezza.
Mons. Diego Giovanni Ravelli, Delegato Pontificio per la Basilica di Sant’Antonio:
“Stiamo vivendo un momento cruciale della storia di questo insigne monumento. La complessità dell’intervento richiede la massima attenzione scientifica e una collaborazione efficace tra istituzioni.”
Nei prossimi sei mesi saranno completate le analisi preliminari che porteranno alla definizione del progetto di restauro vero e proprio, sotto la direzione scientifica dell’architetto Ugo Soragni e la supervisione della Soprintendenza ABAP.
Rita Deiana, Direttrice del CIBA – Università di Padova:
“Le operazioni di smontaggio sono il risultato della fase della conoscenza, basata su rilievi, mappature e analisi storiche. Ora si apre una nuova fase diagnostica che offrirà un’occasione unica di studio dell’opera di Donatello e garantirà la massima cura nella fase di restauro.”
Architetto Ferruccio Tasinato, curatore degli interventi all’ex Museo Civico:
“Abbiamo recuperato gli spazi ideati da Camillo Boito alla fine dell’Ottocento e creato un laboratorio di restauro che consentirà anche ai visitatori di assistere da vicino al lavoro sui bronzi donatelliani.”
Il progetto è reso possibile grazie al sostegno delle organizzazioni statunitensi Friends of Florence e Save Venice, impegnate nella tutela del patrimonio artistico italiano.
Frederick Ilchman, presidente di Save Venice:
“È un privilegio contribuire al restauro del Gattamelata. Questo momento storico è frutto della competenza e della dedizione degli eccezionali professionisti coinvolti.”
Simonetta Brandolini d’Adda, presidente di Friends of Florence:
“Siamo onorati di partecipare, insieme a Save Venice, alla salvaguardia di questo capolavoro di Donatello. Ringraziamo la Delegazione Pontificia, la Soprintendenza e tutte le maestranze per l’impegno e la professionalità.”
Quella dell’ottobre 2025 è la terza “discesa” del Gattamelata nella sua lunga storia. Le precedenti avvennero nel 1917, durante la Prima guerra mondiale, e nel 1940, all’inizio della Seconda.
 Realizzato tra il 1447 e il 1453, il monumento fu commissionato dalla famiglia di Erasmo da Narni con l’approvazione del Senato della Repubblica Veneta e collocato di fronte alla Basilica alcuni anni dopo.
Oggi, più di cinque secoli dopo, la città di Padova si prepara a restituire al mondo il suo capolavoro di bronzo nel pieno splendore originario.
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