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Manildo: «Il Veneto penultimo per medici di base. Così la Lega ha smantellato la sanità pubblica»

Sanità veneta in crisi: carenza di medici e attese infinite, Manildo propone assunzioni, case di comunità e stop alla privatizzazione

Giovanni Manildo, ex sindaco di Treviso

Giovanni Manildo

«Il diritto alla salute non è un privilegio, è la base della nostra convivenza. Ma oggi in Veneto troppe persone rinunciano a curarsi perché non trovano un medico o devono aspettare mesi per una visita. È una ferita profonda nella nostra comunità». Con queste parole Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto per la coalizione di centrosinistra, commenta i dati diffusi da Agenas: la regione risulta penultima in Italia per numero di medici di medicina generale in rapporto alla popolazione, con appena 0,67 professionisti ogni mille abitanti. Peggio fa solo la Lombardia.

«È il risultato di scelte sbagliate e di anni di tagli – continua Manildo –. La Regione ha deciso di non finanziare abbastanza le borse di formazione per i medici di famiglia, e oggi paghiamo quel prezzo: intere comunità senza medico, pronto soccorso in difficoltà, liste d’attesa infinite. La sanità veneta, un tempo modello, è in affanno».

Le cifre richiamate dal candidato delineano un quadro critico: sette cittadini su dieci giudicano peggiorato il sistema sanitario, ogni anno decine di migliaia di persone rinunciano alle cure e la spesa privata è salita a 847 euro pro capite, 110 in più della media nazionale. «È così che si erode il principio di uguaglianza, trasformando la salute in un bene per pochi. E il paradosso è che oggi Alberto Stefani dice che la sanità deve cambiare marcia, mentre allo stesso tempo si proclama erede di Zaia e ne elogia il governo. O ci sono problemi e si riconoscono le responsabilità della Lega negli ultimi quindici anni, oppure va tutto benissimo. Delle due, l’una».

Manildo respinge inoltre il cosiddetto “modello lombardo” di privatizzazione: «Il centrodestra vuole spingere ancora di più in quella direzione, lo hanno confermato anche in queste settimane. Noi faremo l’opposto. Rimetteremo la persona al centro e restituiremo dignità alla sanità pubblica».

Nel suo programma, il candidato del centrosinistra unito indica alcune priorità: un piano straordinario di assunzioni per medici, infermieri e operatori sociosanitari; case di comunità realmente operative e dotate di personale; un tavolo permanente della sanità veneta con professionisti e sindacati per programmare risorse e fabbisogni; maggiore attenzione alla salute mentale e alla figura dello psicologo di base; investimenti sulla sicurezza degli ospedali e sulla valorizzazione del personale.

«La sanità è la prima emergenza del Veneto. Tutte le risorse necessarie andranno qui: alla salute delle persone – conclude Manildo –. Dimostreremo la nostra determinazione indicando prima del voto il nome della persona che chiameremo a guidare la sanità veneta: una figura autorevole, competente, fuori da ogni logica spartitoria. Perché la salute dei veneti viene prima di tutto».

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