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Industria e politica

Manildo accusa il centrodestra: «Sul progetto della Giga Factory, silenzio assordante»

Il candidato del centrosinistra invita a un’azione comune per attrarre nuovi investimenti industriali in Veneto: «Così rischiamo di perdere un’altra occasione, come già accaduto con Intel e Silicon Box»

La sede Giga Factory in Nevada

La sede Giga Factory in Nevada

«Un mese fa avevo lanciato un appello a tutte le forze politiche venete, chiedendo una mobilitazione bipartisan per portare in Veneto un grande investimento industriale come la Giga Factory che sta cercando casa in Italia. Nessuna risposta dalle forze politiche che pure sono al governo della Regione e del Paese».
Con queste parole Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto per la coalizione di centrosinistra, torna a criticare il silenzio del centrodestra su un progetto che potrebbe portare occupazione e sviluppo nel territorio.

Secondo Manildo, l’assenza di una strategia condivisa rischia di far sfumare un’altra opportunità importante per la regione. «È già successo con Intel nel 2022, quando il Veneto non è riuscito a presentarsi unito, e con Silicon Box nel 2024, quando Roma ha preferito puntare sul Piemonte», ha ricordato l’ex sindaco di Treviso.

Manildo sottolinea l’urgenza di una visione industriale moderna e sostenibile per il Veneto, capace di coniugare innovazione e tutela ambientale. «Su progetti di questa portata dovremmo lavorare tutti assieme, senza colori politici. Si tratta di investimenti che portano innovazione, posti di lavoro qualificati e futuro», ha aggiunto.

Il candidato indica in Porto Marghera il luogo simbolo di questa possibile rinascita economica e produttiva. «Porto Marghera può tornare a essere il cuore industriale del Veneto e del Nordest, un grande polo di rigenerazione economica, ambientale e occupazionale. Uno spazio per le nuove tecnologie, la ricerca e l’intelligenza artificiale, al servizio di tutto il territorio».

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