Cerca

Test Miles 33

Scopri tutti gli eventi

EVENTI

Ambiente e ricerca

All’Università di Padova parte il primo dottorato per lo studio del bostrico, l'obiettivo: salvare le foreste venete

Dopo i danni della tempesta Vaia e l’invasione del parassita che ha distrutto milioni di alberi, l’Ateneo patavino avvia un progetto di ricerca triennale per individuare metodi di prevenzione e tutela dei boschi

La ricercatrice padovana Denise Busa

La ricercatrice padovana Denise Busa

Un passo concreto nella lotta al bostrico tipografo, il parassita che dopo la tempesta Vaia del 2018 ha devastato i boschi del Veneto, è arrivato dall’Università di Padova. L’Ateneo ha infatti attivato la prima borsa di dottorato di ricerca interamente dedicata allo studio del bostrico, grazie a una campagna di raccolta fondi lanciata nel 2024.

La borsa, della durata di tre anni, è stata vinta dalla dottoressa Denise Busa, che ha avviato il proprio progetto di ricerca presso il Dipartimento di Agronomia, Animali, Alimenti, Risorse Naturali e Ambiente (DAFNAE), nell’ambito del corso di dottorato in Crop Science. Il suo obiettivo sarà quello di sviluppare strumenti e strategie per prevenire nuove infestazioni e favorire la rinascita delle foreste colpite.

«L’epidemia del bostrico sta rallentando, ma non possiamo abbassare la guardia – spiegano i professori Andrea Battisti, Massimo Faccoli ed Emanuele Lingua, referenti scientifici del progetto “Emergenza Bostrico” dei Dipartimenti DAFNAE e TESAF –. Le estati più fresche e l’azione di alcuni antagonisti naturali hanno ridotto le popolazioni del parassita, ma basta un cambiamento climatico improvviso per far ripartire gli attacchi».

Il lavoro della giovane ricercatrice si concentrerà su tre aspetti principali: l’uso di trappole automatiche per il monitoraggio in tempo reale del bostrico, l’individuazione di organismi naturali in grado di contrastarlo, e l’analisi delle cause che ostacolano la ricrescita delle foreste distrutte, anche grazie all’impiego di droni e immagini satellitari.

L’iniziativa, sottolineano dall’Università, rappresenta un segnale di speranza per il futuro dei boschi veneti. Il progetto è stato reso possibile grazie al sostegno di numerosi donatori privati, tra cui Clivet S.p.A., Sipa S.p.A., Cherry Bank S.p.A., AKQA S.r.l. e Dal Negro, che hanno contribuito a finanziare la prima borsa di studio.

La campagna di raccolta fondi proseguirà nei prossimi mesi per attivare una seconda borsa di dottorato e rafforzare così il gruppo di ricerca impegnato nel rendere le nuove foreste più forti e resilienti alle sfide del cambiamento climatico.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edizione