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Padova capitale del primo soccorso: cittadini al centro della nuova strategia europea

Dal 13 al 15 novembre il congresso IRC presenta le linee guida che puntano a trasformare ogni cittadino in un possibile salvavita

Padova capitale del primo soccorso: cittadini al centro della nuova strategia europea

Foto dell'evento

Dal 13–15 novembre la città veneta diventa la capitale del primo soccorso: oltre 1.000 esperti italiani ed europei si incontrano al Padova Congress per il congresso scientifico dell’Italian Resuscitation Council (IRC), società riconosciuta dal Ministero della Salute che riunisce medici, infermieri e operatori specializzati in rianimazione cardiopolmonare.

Al centro del dibattito ci saranno le nuove linee guida europee sulla rianimazione cardiopolmonare, elaborate da 150 esperti provenienti da 29 Paesi sotto l’egida dell’European Resuscitation Council (ERC). Le raccomandazioni aggiornate, pubblicate su Resuscitation Journal, sottolineano un concetto cruciale: tutti i cittadini, non solo i professionisti sanitari, devono poter intervenire in caso di arresto cardiaco, in stretta collaborazione con il 118 e in attesa dell’arrivo dei soccorsi.

Formazione e tecnologia al servizio della vita

Le nuove linee guida indicano come prioritaria l’introduzione stabile dell’insegnamento delle manovre salvavitamassaggio cardiaco e utilizzo del defibrillatore — nei programmi scolastici, già a partire dall’infanzia, e nelle autoscuole per chi consegue la patente. “Grazie a una formazione capillare, si potrebbero addestrare ogni anno 4 milioni di studenti italiani, aumentando sensibilmente la probabilità di sopravvivenza agli arresti cardiaci”, spiega Andrea Scapigliati, presidente di IRC.

Un ruolo centrale è affidato alla tecnologia: app per smartphone già operative in alcune regioni italiane geolocalizzano defibrillatori e potenziali soccorritori disponibili, consentendo interventi immediati prima dell’arrivo dei mezzi di soccorso.

Numeri che non lasciano spazio all’indifferenza

Ogni anno in Europa si registrano circa 400.000 arresti cardiaci extraospedalieri, 60.000 dei quali in Italia, con una media di 67 anni di età e il 65% di uomini. La rapidità d’intervento è fondamentale: ogni minuto senza manovre salvavita riduce la probabilità di sopravvivenza del 10%. In Italia, solo il 6,6% delle vittime sopravvive, una percentuale condizionata anche dalla mancanza di un registro nazionale degli arresti cardiaci, strumento fondamentale per valutare l’efficacia dei soccorsi e pianificare interventi mirati.

Una sfida culturale e scientifica

Federico Semeraro, presidente dell’ERC, sottolinea che le linee guida non rappresentano solo un avanzamento medico-scientifico, ma anche una sfida culturale: “Diffondere la cultura del soccorso fin dall’infanzia, garantire percorsi di assistenza multidisciplinare per i sopravvissuti e utilizzare la tecnologia per ridurre i tempi di intervento sono passi fondamentali. La scienza c’è, ora serve volontà politica per rendere tutto questo operativo.”

Il congresso di Padova prevede, il 14 novembre, una tavola rotonda dedicata alle nuove linee guida: “Rianimazione cardiopolmonare. Dalle linee guida alla società civile: prospettive e proposte”, un’occasione unica per condividere strategie, esperienze e strumenti per rendere la società più sicura di fronte agli arresti cardiaci.

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