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Attualità
15.11.2025 - 17:19
Il granchio blu
Il granchio blu, arrivato nelle acque del Delta del Po dalle coste americane, ha rivoluzionato il lavoro dei pescatori della Sacca di Scardovari. Per anni la vorace specie aliena ha messo in ginocchio gli allevamenti di molluschi, riducendo quasi a zero la produzione di vongole veraci e dell’unica cozza italiana a marchio Dop.
Inizialmente, il crostaceo rappresentava solo un problema da smaltire, con costi ingenti per i pescatori e le casse pubbliche. Poi è arrivata la svolta: una multinazionale dello Sri Lanka ha stipulato un accordo commerciale con il Consorzio pescatori, affittando lo stabilimento di Porto Tolle dove un tempo si confezionavano vongole sotto vuoto.
Il processo è curato nei dettagli: i granchi vengono selezionati tra maschi e femmine, differenziati per qualità e destinazione – i migliori partono per la Grecia, gli altri per l’Asia – quindi cotti a vapore, abbattuti e confezionati per l’esportazione. L’iniziativa ha permesso di trasformare una crisi in un’opportunità economica concreta, salvando posti di lavoro e il settore locale.
Ma le innovazioni non finiscono qui: dal granchio blu si producono anche farine proteiche, utilizzate per alimenti per animali domestici. Le prime sperimentazioni, condotte a Bagnoli di Sopra nel Padovano, si sono rivelate promettenti. Quello che sembrava un nemico insormontabile oggi diventa risorsa e prospettiva per il futuro della pesca veneta.
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