A Padova i lavoratori di Codess in presidio contro il doppio contratto che divide il personale

Martedì 18 novembre dalle 10 alle 12 i sindacati del Veneto scendono in strada davanti alla sede dell’azienda per chiedere parità di trattamento e condizioni eque per tutti i dipendenti

Adamo Chiesa

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17.11.2025 - 17:21

La protesta si terrà davanti alla sede Codess di Padova

Lavoratori di Codess in presidio martedì 18 novembre davanti alla sede di via Boccaccio 96. L’iniziativa, promossa dalle principali sigle sindacali venete – FP CGIL, CISL FP, FISASCAT CISL, UIL FPL e UILTuCS – si svolgerà dalle 10 alle 12 e nasce da mesi di crescenti preoccupazioni sulle condizioni dei dipendenti dell’azienda. Al centro della mobilitazione c’è la decisione di Codess di assumere nuovo personale con il contratto AIOP RSA, scaduto ormai da tredici anni, invece del consueto contratto delle cooperative sociali, già applicato ai dipendenti storici. Una scelta che crea due diversi trattamenti per chi svolge le stesse mansioni negli stessi servizi, con condizioni economiche e normative meno favorevoli per i nuovi assunti. I sindacati denunciano che la decisione sta generando disuguaglianze interne e rischia di minare la coesione tra colleghi. A ciò si aggiungono problemi già noti, come differenze nei salari, premi welfare riconosciuti solo a pochi senza criteri chiari, e una carenza di personale che nel caso di Codess potrebbe peggiorare ulteriormente la gestione dei carichi di lavoro. Secondo le organizzazioni sindacali, la situazione attuale rischia di portare a una fuga di personale e di rendere insostenibile la qualità dei servizi offerti. Il presidio del 18 novembre segue un percorso iniziato negli anni scorsi, con altre mobilitazioni e una recente assemblea unitaria in videoconferenza, che ha dato mandato di proseguire l’azione sindacale fino al ripristino di condizioni eque per tutti i lavoratori. Le segreterie regionali del Veneto hanno sottolineato che la protesta non è simbolica, ma necessaria per tutelare chi ogni giorno garantisce servizi essenziali. “La decisione di dividere il personale con contratti diversi è inaccettabile – dichiarano FP CGIL Veneto, CISL FP Veneto, FISASCAT CISL Veneto, UIL FPL Veneto e UILTuCS Veneto – Chiediamo a Codess di ritirare questa scelta, ristabilire un trattamento uniforme e aprire finalmente un confronto con i sindacati. I lavoratori meritano dignità, riconoscimento e condizioni adeguate”.

Al centro della mobilitazione c’è la decisione di Codess di assumere nuovo personale con il contratto AIOP RSA, scaduto ormai da tredici anni, invece del consueto contratto delle cooperative sociali, già applicato ai dipendenti storici. Una scelta che crea due diversi trattamenti per chi svolge le stesse mansioni negli stessi servizi, con condizioni economiche e normative meno favorevoli per i nuovi assunti.

I sindacati denunciano che la decisione sta generando disuguaglianze interne e rischia di minare la coesione tra colleghi. A ciò si aggiungono problemi già noti, come differenze nei salari, premi welfare riconosciuti solo a pochi senza criteri chiari, e una carenza di personale che nel caso di Codess potrebbe peggiorare ulteriormente la gestione dei carichi di lavoro.

Secondo le organizzazioni sindacali, la situazione attuale rischia di portare a una fuga di personale e di rendere insostenibile la qualità dei servizi offerti. Il presidio del 18 novembre segue un percorso iniziato negli anni scorsi, con altre mobilitazioni e una recente assemblea unitaria in videoconferenza, che ha dato mandato di proseguire l’azione sindacale fino al ripristino di condizioni eque per tutti i lavoratori.

Le segreterie regionali del Veneto hanno sottolineato che la protesta non è simbolica, ma necessaria per tutelare chi ogni giorno garantisce servizi essenziali. “La decisione di dividere il personale con contratti diversi è inaccettabile – dichiarano FP CGIL Veneto, CISL FP Veneto, FISASCAT CISL Veneto, UIL FPL Veneto e UILTuCS Veneto – Chiediamo a Codess di ritirare questa scelta, ristabilire un trattamento uniforme e aprire finalmente un confronto con i sindacati. I lavoratori meritano dignità, riconoscimento e condizioni adeguate”.