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Organizzata dal Circolo Acli locale

Mirano, si rinnova l'appuntamento con la Cena dell'Oca per parlare di Pace

Ospite della serata Antonio Sivio Calò

Mirano, si rinnova l'appuntamento con la Cena dell'Oca per parlare di Pace

Si è rinnovato a Mirano anche nel 2025 l’appuntamento con l’ormai tradizionale Cena dell’oca, organizzata dal Circolo Acli di Mirano e ospitata nelle scorse settimane nella sala polivalente della parrocchia San Leopoldo Mandic, in via Wolf Ferrari. Un evento nato nel 2015 con l’intento di riunire, attorno all’oca – cibo tipico dei giorni di San Martino e tra i pochi condivisi da cristiani, ebrei e musulmani – tre rappresentanti autorevoli delle religioni monoteiste per un dialogo dedicato alla pace. Un’idea che aveva assunto un significato ancora più profondo quando, a pochi giorni dalla prima edizione, la tragedia del Bataclan aveva scosso l’Europa, rendendo quella serata un simbolo di resistenza al clima di paura.

Negli anni successivi il Circolo Acli aveva scelto di proseguire con determinazione questo percorso, trasformando la Cena dell’oca in un momento atteso di convivialità e riflessione, capace di richiamare la comunità intorno ai valori del dialogo, della solidarietà e della condivisione. Anche nel 2025 l’appuntamento aveva voluto essere un segnale forte in un contesto internazionale segnato da tensioni e conflitti vicini e lontani.

L’invito, ribadito dagli organizzatori, è stato quello di tornare a parlare di pace, di riaffermare la necessità di costruire ponti e custodire quel senso di umanità che unisce oltre ogni appartenenza. Un obiettivo incarnato dalla seconda parte della serata: dopo la cena, alle 21, si è tenuto l’incontro con Antonio Silvio Calò, presidente della Fondazione Venezia per la ricerca sulla Pace e Cittadino europeo dell’anno 2018 per l’esperienza di accoglienza condivisa con la sua famiglia.

Il professore ha guidato i presenti in una riflessione sulla pace come patto tra persone, sul suo radicamento nella quotidianità e sulla possibilità di costruirla “dal basso”, attraverso le scelte concrete di ciascuno. Un messaggio che ha suggellato una serata capace, ancora una volta, di unire tradizione e impegno civile.

R.M.

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