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Politica regionale
26.11.2025 - 18:20
Nicolò Rocco
Nicolò Maria Rocco è l’unico rappresentante della lista Uniti per Manildo a essere eletto in Consiglio regionale. La lista, sostenuta da Azione di Carlo Calenda, aveva cercato di proporre un’alternativa liberale e riformista nelle recenti elezioni in Veneto.
“Il progetto è stato impegnativo – racconta Rocco – perché ha cercato di unire forze politiche che a livello nazionale non sempre vanno d’accordo. Abbiamo voluto offrire una proposta simile a quella che aveva ottenuto fiducia con il Terzo Polo, e Azione ha avuto un ruolo fondamentale in questo percorso. Sono felice di poter rappresentare questa formazione in Consiglio regionale”.
Il candidato ammette alcune difficoltà nella costruzione della lista: “Siamo arrivati un po’ tardi e avremmo potuto essere il progetto in grado di ampliare gli orizzonti di un campo più ampio. Nonostante la disponibilità del centrosinistra, non c’era grande volontà di creare una lista realmente competitiva. Abbiamo comunque messo insieme quello che si poteva”.
Tra le priorità indicate da Rocco ci sono sviluppo economico e salute. “Per noi lo sviluppo economico significa superare la logica del ‘piccolo è bello’ e ridare centralità a strumenti come Veneto Innovazione e Veneto Sviluppo, oggi fermi, che dovrebbero sostenere le piccole e medie imprese nell’innovazione. Serve creare un sistema più forte di relazioni tra università e imprese, con un Politecnico veneto e una business school di livello internazionale che metta in rete Padova, Venezia e Verona”.
Sul fronte sanitario, Rocco propone di rivedere la legge che ha portato all’Azienda Zero e fermare la fuga dei medici. “L’unico modo per migliorare le liste d’attesa è fare in modo che i medici restino nel servizio pubblico, perché il problema non è solo economico ma anche organizzativo”.
Il neo-consigliere regionale affronta anche il tema dell’astensionismo. “C’è un’astensione ‘forzata’, dovuta a persone anziane che hanno difficoltà a recarsi alle urne e giovani che vivono all’estero, e un’astensione volontaria, legata alla percezione che la politica non cambi le cose. È importante ridare centralità ai partiti come luoghi di discussione, ricostruendo il legame tra istituzioni e cittadini”.
Rocco conclude: “Solo così potremo avvicinare più persone alla politica e creare una rappresentanza più efficace dei cittadini in Veneto”.
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