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27.11.2025 - 09:50
Foto di repertorio
La sicurezza dell’acqua potabile nel territorio di Vigonza e dei 16 comuni limitrofi passa ora attraverso un piano strategico di controllo e gestione del rischio. È stato infatti presentato il PSA – Piano di Sicurezza dell’Acqua – recentemente approvato per l’area del Presidio Territoriale di Vigonza, che include comuni come Resana, Trebaseleghe, Camposampiero, Campodarsego, Vigodarzere e Cadoneghe.
«Il nostro è un territorio ricco di acqua di ottima qualità, costantemente controllata e a chilometro zero – ha dichiarato Flavio Frasson, presidente di ETRA –. Il PSA garantisce che ogni fase, dalla sorgente al rubinetto, sia monitorata e gestita secondo standard internazionali».
Il piano, previsto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e introdotto in Italia nel 2017, punta a sostituire l’approccio retroattivo basato su controlli post-evento con un metodo predittivo: identifica le aree più a rischio lungo l’intera filiera idrica e definisce le misure gestionali e infrastrutturali necessarie a mitigare eventuali criticità.
Il PSA si fonda su un lavoro multidisciplinare che ha coinvolto progettisti, gestori delle reti e degli impianti, laboratori e enti di controllo, coordinato dal Team Leader ing. Alberto Liberatore. L’area di riferimento conta oltre venti pozzi artesiani nella fascia delle risorgive venete, gestiti come un’unica zona di fornitura distrettualizzata per ottimizzare pressione e monitoraggio delle perdite.
«Un metodo standardizzato e condiviso con gli altri gestori del Veneto – ha aggiunto il sindaco di Vigonza e presidente del Consiglio di Bacino Brenta, Gianmaria Boscaro – rende l’analisi affidabile e ci permette di salvaguardare le fonti e le reti idriche, garantendo acqua di alta qualità nelle case dei cittadini».
Il piano prevede monitoraggi continui e analisi periodiche delle fonti e della rete. Solo nel 2024 sono stati effettuati 2.522 campioni, per un totale di 90.000 parametri analizzati, tutti condivisi con le ULSS locali. Il PSA include anche un Piano delle emergenze per fronteggiare siccità, calamità naturali, blackout o atti vandalici, e un Piano di miglioramento che contempla nuove infrastrutture, protezioni delle fonti e strumenti di comunicazione verso gli utenti.
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