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27.11.2025 - 14:00
Foto di repertorio
Il Black Friday è ormai una tradizione planetaria, capace di trasformare un normale venerdì di fine novembre in una maratona di shopping. Ma dietro la sua immagine ipercommerciale si nasconde una storia ricca di aneddoti, equivoci e origini decisamente meno patinate. Ecco tre curiosità che raccontano l’evoluzione di un fenomeno diventato simbolo del consumismo moderno.
L’espressione Black Friday compare negli anni ’50 negli Stati Uniti, ma non aveva nulla a che fare con gli sconti.
A coniarla furono gli agenti della polizia di Philadelphia, esasperati dal caos generato dai visitatori che arrivavano in città il giorno dopo il Ringraziamento per lo shopping natalizio e per assistere alla partita annuale tra esercito e marina militare.
Strade paralizzate, incidenti e negozi presi d’assalto: per i poliziotti era un venerdì “nero” in tutti i sensi.
In molti credono che il nome Black Friday derivi dal passaggio dei negozi “dal rosso al nero”, cioè dalle perdite ai profitti, grazie alle vendite natalizie.
È una spiegazione elegante, spesso ripetuta dai commercianti, ma nata decenni dopo l’origine vera del termine.
La leggenda servì a dare una connotazione positiva all’evento, trasformando un giorno caotico in un simbolo di prosperità economica.
Per come lo conosciamo oggi – con sconti, campagne pubblicitarie e file interminabili – il Black Friday è relativamente recente.
Furono i grandi magazzini americani, negli anni ’80, a decidere di trasformare il venerdì post-Thanksgiving in un evento nazionale di marketing, consolidando l’idea delle “offerte imperdibili” e inaugurando l’era degli sconti selvaggi che oggi si estende a tutto il mondo e a intere settimane di promozioni.
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