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Il sindaco Mario Mantovan: “Un patrimonio prezioso che abbiamo il dovere di tutelare e valorizzare”
28.11.2025 - 21:36
Targa a Giuseppe Puntin
“Deve esserci assolutamente un pronto soccorso nel nostro paese.” Parole semplici, quasi sussurrate in un momento di sconforto, ma capaci di cambiare il destino di un territorio. Le pronunciò un giovane medico, Romano Quadretti, quando ogni tentativo di salvare la vita di un neonato si era rivelato vano. Quel tragico episodio, nel 1953, sarebbe divenuto la radice profonda della futura Casa di Cura di Porto Viro, oggi presidio sanitario di riferimento per l’intero Delta del Po. Quadretti, dirigente del Centro Antimalarico di Porto Tolle e medico condotto a Contarina, era stato allertato da una giovane madre: il piccolo, nato da poche settimane, aveva urgente bisogno di cure e l’unico pronto soccorso disponibile era quello di Adria, a chilometri di distanza. Il medico lo prese tra le braccia e partì su una strada sterrata verso la stazione di Loreo, nella speranza di poter raggiungere l’ospedale in tempo. Il viaggio fu però troppo lungo: il bambino morì prima dell’arrivo dei soccorsi. Un dolore che divenne una sfida, e poi un progetto concreto: insieme al suocero Benvenuto Zanellato, Quadretti decise che il basso Polesine non avrebbe più dovuto vivere tragedie simili. Investirono risorse, tempo e responsabilità in un’idea che allora sembrava enorme: costruire un ospedale moderno in un territorio ancora segnato dall’alluvione del 1951 e dalla distanza dai grandi centri sanitari, fragile e isolato. Così, nell’estate del 1955, apriva le sue porte la Casa di Cura, una struttura modesta nelle dimensioni ma rivoluzionaria per la comunità; da quel momento, l’ospedale sarebbe diventato un punto fermo per generazioni di cittadini, accompagnando la trasformazione economica e sociale di Contarina e Donada, ampliando progressivamente servizi, specialità e tecnologie.
Nel celebrare l’anniversario proprio nel giorno della “venetissima” festa della Madonna della Salute, il sindaco Mario Mantovan ha ricordato come i 70 anni del traguardo rappresentino la testimonianza di una lunga storia di impegno: “Un presidio sanitario che da sempre è un punto di riferimento per Porto Viro, per il Delta del Po e, oserei dire, per tutto il Nord Italia. Raggiungere i 70 anni significa aver costruito un percorso fatto di professionalità, innovazione e dedizione.” Il primo cittadino ha espresso riconoscenza a tutte le figure professionali che quotidianamente garantiscono cure e assistenza: “A volte non ci rendiamo conto del valore di avere un ospedale così qualificato nel cuore della nostra città”. Ce lo ricordano i tanti cittadini dei comuni vicini che riconoscono quanto sia una fortuna poter contare su una struttura moderna, efficiente e in continua crescita. Oggi la Casa di Cura è considerata una vera eccellenza, capace di attirare pazienti anche da fuori provincia, divenendo una punta di diamante per l’intero Polesine. E l’impegno dell’amministrazione è chiaro: “Continueremo a sostenere ogni progetto che la rafforzi ulteriormente”. Al termine, alla presenza dell’amministratore delegato Stefano Mazzuccato è stata svelata una targa a Giuseppe Puntin, mancato da poco, amministratore delegato del Gruppo Pederzoli, di cui la struttura fa parte. Settant’anni dopo quel tragico viaggio verso Adria, la visione di Romano Quadretti non è solo realtà: è una storia di cura che continua a crescere.
Fabio Pregnolato

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