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01.12.2025 - 10:00
Foto di repertorio
La crisi dei costi dei materiali da costruzione mette a serio rischio la continuità dei cantieri in Veneto. A lanciare l’allarme è Alessandro Gerotto, presidente di ANCE Veneto, che sottolinea come i ritardi nei pagamenti dei ristori e la mancanza di stanziamenti adeguati per il 2025 e il 2026 possano paralizzare il settore.
“Se non saranno stanziate risorse sufficienti e prorogata la misura sul caro materiali anche per il 2026 – spiega Gerotto – diventerà impossibile garantire il regolare svolgimento dei lavori. Le imprese stanno già sostenendo anticipazioni finanziarie rilevanti, non più sostenibili a lungo, con il rischio di bloccare l’intera filiera e compromettere gli obiettivi del Pnrr".
Secondo i dati CNCE_Edilconnect elaborati da ANCE, in Veneto sono attualmente 935 i cantieri aperti, per un valore complessivo di 8 miliardi e 751 milioni di euro, che non dispongono di adeguamenti dei prezzi e rischiano rallentamenti o interruzioni. Di questi, 322 cantieri, per un totale di 5 miliardi e 620 milioni, riguardano progetti legati al Pnrr.
Gerotto ricorda che il fenomeno del caro materiali non è affatto superato: i costi delle opere pubbliche restano significativamente superiori a quelli previsti dai prezzari utilizzati nelle gare. Secondo dati Istat, i prezzi di realizzazione sono aumentati del 30% rispetto alle stime iniziali, con rincari record per acciaio (+30%), bitume (+49%) e rame (+65%), ancora ben al di sopra dei livelli pre-Covid.
“Confidiamo che Governo e Parlamento, nell’ambito della legge di bilancio, trovino soluzioni efficaci per evitare il blocco dei cantieri e tutelare la crescita economica del settore”, conclude Gerotto, ribadendo la necessità di interventi rapidi e concreti per salvaguardare il comparto edile veneto.
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