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Caso Fenice

Fenice, quattro ex sindaci: «Crisi inutile, servono regole e rispetto reciproco»

Cacciari, Orsoni, Costa e Bergamo criticano la gestione autoritaria e chiedono la tutela del welfare dei lavoratori

Fenice, quattro ex sindaci: «Crisi inutile, servono regole e rispetto reciproco»

Foto di repertorio

Quattro ex sindaci di Venezia: Massimo Cacciari, Giorgio Orsoni, Paolo Costa e Ugo Bergamo intervengono con una lettera congiunta sulla crisi del Teatro La Fenice, definendola «assurda e auto-inflitta». Secondo gli ex amministratori, la situazione sarebbe derivata da una gestione contraria alle prassi consolidate nella scelta del direttore musicale, che prevede un periodo di collaborazione e reciproca conoscenza tra direttore e orchestra prima di formalizzare incarichi.

«La decisione d’imperio di nominare Beatrice Venezi – scrivono – ha inevitabilmente suscitato la reazione dell’Orchestra e del Coro, a tutela della qualità artistica del Teatro». La crisi, sottolineano, non può essere risolta senza rispettare le regole e rilanciando il dialogo tra dirigenza e maestranze.

Gli ex sindaci difendono anche i lavoratori: «Non può essere accettabile la sospensione del welfare aziendale 2025, una misura ingiustificata che rischia di essere percepita come ritorsione. Va ripristinata immediatamente per permettere una ripresa serena del confronto».

L’appello finale è chiaro: solo il rispetto reciproco e il ritorno alle prassi consolidate possono garantire la continuità e l’eccellenza del Teatro La Fenice, simbolo culturale di Venezia.

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