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Politica regionale

Alberto Stefani a Padova: "Ci serve gente colta, studiosa e autonoma nel pensiero. Questa è la vera autonomia"

Stefani incontra Possamai al teatro Verdi per fare il punto all'indomani delle elezioni, tra sanità, infrastrutture e quadro politico nazionale

Da sinistra, il sindaco Giordani, Alberto Stefani e Paolo Possamai

Da sinistra, il sindaco Giordani, Alberto Stefani e Paolo Possamai

Ieri pomeriggio, alle 17.30, il neoeletto Governatore del Veneto Alberto Stefani ha incontrato il pubblico al teatro Verdi di Padova, con la moderazione di Paolo Possamai, direttore del gruppo Nord Est Multimedia, e la partecipazione della giornalista Laura Berlinghieri. Molti i temi trattati, tutti nell'ottica del prossimo quinquennio di Giunta Regionale, che promette importanti novità per le vite, i trasporti e le tasche dei Veneti. 

La serata si è aperta con i saluti istituzionali del Sindaco di Padova Sergio Giordani, che ha colto l'occasione per congratularsi con Stefani per l'esito delle elezioni. Il primo cittadino si è complimentato con il politico leghista per la campagna elettorale condotta con serenità e rispetto, che distinguono l'attuale quadro politico regionale dai proclami scandalistici e polemici che spesso si sentono a Roma su tutti i fronti. "A volte mi chiedevo se fossi davvero della Lega", scherza Giordani, ricordando al futuro presidente regionale (entro il 10 dicembre l'investitura ufficiale) le sfide imminenti e augurandogli di affrontarle con successo, prima di lasciare il palco per presenziare a un altro appuntamento istituzionale.

Il primo tema che Possamai e Berlinghieri hanno messo di fronte a Stefani è stato quello dell'Ospedale di Padova. Il progetto, che Stefani ricorda essere intrinsecamente legato al vibrante mondo universitario della città, dovrebbe essere ultimato entro sette anni e il politico assicura di aver già preso in mano la questione, coordinandosi con l'assessore uscente alla sanità Manuela Lanzarin. "Un aspetto fondamentale da definire - spiega - è quello dell'accessibilità infrastrutturale. L'Arco di Giano subirà degli interventi in quest'ottica, per garantire un accesso facile e una mobilità fluida da e verso il nuovo polo sanitario."

Sempre in ottica infrastrutture, il secondo obiettivo primario della prossima Giunta Regionale sarà la concessione dell'autostrada Brescia-Padova alla società in-house CAV, che al momento ha in carico il Passante di Mestre. "Questo progetto - ricorda Stefani - è stato sbloccato in Parlamento grazie a un mio emendamento di circa cinque anni fa e con la fondamentale collaborazione dei parlamentari lombardi. Purtroppo quelli meridionali hanno invece recepito malissimo l'iniziativa, opponendola ferocemente, ma per fortuna oggi siamo qui a ridiscutere la concessione." Per ottenerla, sarà fondamentale fondare una nuova holding autostradale entro il 2026, che riunirà le attuali società del Triveneto e che potrebbe portare nelle tasche della regione oltre 50 milioni di utili netti all'anno, da investire ad esempio nella tanto discussa terza corsia autostradale per la tratta del Veneto Orientale. Ultima questione sul fronte mobilità: la famigerata Pedemontana, opera fondamentale della precedente Giunta che, spiega Stefani, "Si è rivelata problematica perché il flusso stradale effettivo si è rivelato di gran lunga inferiore alle previsioni." Uno degli obiettivi della Giunta, promette, sarà la revisione di queste cifre con l'obiettivo di pianificare la gestione futura dell'opera.

Il Veneto, secondo l'esponente leghista, deve aprirsi oltre i propri confini, potenziando i propri collegamenti sia su strada che su rotaia. "L'asse ferroviario da Milano a Venezia è l'unico collegamento nazionale ancora privo di tratte ad alta velocità" incalza Possamai, al quale Stefani replica promettendo di impegnarsi per anticipare il completamento dell'opera, ad oggi prevista per il 2037. Cercare una sinergia con il Ministero delle Infrastrutture e aprire un tavolo di lavoro per mettere al vaglio tutte le opzioni possibili sono i primi step di questo piano a medio-lungo termine. "Sarà fondamentale far leva sulla coscienza collettiva dei parlamentari veneti, - aggiunge - quindi costruirò una task force nazionale ed europea che oltrepassi la distinzione tra destra e sinistra: l'obiettivo è avere una legge scritta. Quando ci sarà quella, le parole lasceranno il posto ai fatti. I Veneti a Roma devono fare gli interessi del Veneto."

Il politico 30enne ha ribadito più volte, nel corso della serata, l'importanza di mantenere le promesse elettorali: "Chi fa politica deve rispondere delle proprie idee e delle proposte fatte. Non è un dato numerico a dire chi amministra bene o male, conta solo quante promesse si mantengono."

Sul fronte fiscale Stefani chiede prudenza: "Non posso ancora dirvi se rimetteremo l'Addizionale IRPEF Regionale, perché dipende da come le tasche regionali risponderanno al federalismo fiscale." Una milestone fondamentale la cui scadenza è importa dal PNRR e di conseguenza inderogabile.

In sanità, invece, emerge il problema dei troppi codici bianchi: "In Veneto abbiamo il record negativo di accessi impropri al Pronto Soccorso e questo deve cambiare, perché si rischia di non poter gestire le vere emergenze. Alcune Ulss hanno già attivato dei percorsi di telemedicina per le pratiche meno urgenti (attraverso i numeri di assistenza 116 e 117) e intendo replicare questo modello su tutto il territorio regionale. Questi progetti, insieme alle case di comunità, dovranno rispondere a una popolazione che continua ad invecchiare." La rotta è chiara: il domicilio deve diventare il luogo di cura primario e preferito. Sempre in quest'ottica, Stefani intende spingere per una residenzialità più inclusiva e smart, anche tramite l'implementazione di Intelligenze Artificiali. Sui fondi alla sanità privata il futuro governatore non ha dubbi: "La priorità è e sempre dovrà essere la sanità pubblica, in quanto diritto inalienabile dei cittadini. L'integrazione tra le due è inevitabile, ma la gerarchia non deve cambiare."

Sul toto-assessori, Stefani assicura che terrà conto del pre-accordo raggiunto in coalizione prima del voto (che prevedeva cinque assessorati per Fratelli d'Italia, quattro per la Lega e uno per Forza Italia) ma l'aspetto più importante sarà quello della competenza specifica. "Le discussioni politiche devono restare fuori, chi sarà assessore dovrà fare solo quello. Ai veneti non interessa la simpatia degli assessori, ma la loro preparazione in materia. Sceglierò in base a questo, anche se in accordo con le segreterie di partito."

Alberto Stefani ha concluso ricapitolando le sue promesse a breve termine: "Dalla data in cui sarò proclamato Presidente Regionale, avrò 10 giorni per formare la Giunta. Sicuramente avremo tutti i nomi ufficiali prima di Natale". Quanto agli obiettivi dei fatidici primi 100 giorni di mandato, questi sono i punti fondamentali:

  • Istituire un assessorato al sociale che sia distinto e indipendente da quello alla sanità
  • Esportare il modello della telemedicina in tutte le Ulss regionali e farle dialogare maggiormente tra loro
  • Istituire un consiglio delle professioni sanitarie regionali per delineare la strategia del prossimo quinquennio
  • Aprire un tavolo di contrasto alla burocrazia in collaborazione con tutte le associazioni di categoria
  • Potenziare il peso degli istituti tecnici nel panorama formativo costruendo nuovi legami con le imprese per far fronte alla richiesta di manodopera qualificata

Stefani ha concluso l'incontro con una riflessione sul ruolo della Lega: "Sindacato del Nord? Io credo che una Lega Veneta sia strategica per il partito, ma questa identità statutaria è già presente. Quello che serve adesso è gente colta, studiosa e autonoma nel pensiero. Questa è la vera autonomia su cui dobbiamo puntare. Non dobbiamo chiuderci in noi stessi, nei confini regionali, ma portare il Veneto ad essere protagonista in Italia, in Europa e nel mondo. Appena avrò l'incarico smetterò di essere un politico e farò il possibile per diventare il rappresentante di tutti i Veneti, anche quelli che non mi hanno votato."

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