A Rovigo in scena la nuova versione de L’occasione fa il ladro di Rossini

Al Teatro Sociale debutta il nuovo allestimento della farsa rossiniana, frutto della collaborazione con il Conservatorio Venezze

Adamo Chiesa

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03.12.2025 - 13:38

Il cast dell'opera

Prosegue la Stagione Lirica del Teatro Sociale con un dicembre interamente dedicato a L’occasione fa il ladro, la frizzante farsa di Gioachino Rossini che approda per la prima volta sul palcoscenico rodigino. L’opera sarà proposta in triplice appuntamento: mercoledì 10 dicembre alle 16 per l’educational, venerdì 12 dicembre alle 20.30 per il turno A e domenica 14 dicembre alle 16 per il turno B. Il nuovo allestimento, realizzato nell’ambito del progetto “Fucina del Teatro Sociale di Rovigo”, nasce in coproduzione con il Conservatorio Francesco Venezze. Alla guida musicale c’è Elisabetta Maschio, mentre la regia e le luci portano la firma di Anna Cuocolo. Scene e costumi sono di Matteo Corsi, vincitore del Concorso Internazionale Gabbris Ferrari. Sul palcoscenico del Sociale si alterneranno Enrico Basso (Don Eusebio), Silvia Ghirardini (Berenice), Matteo Urbani (Conte Alberto), Giuseppe De Luca (Don Parmenione), Anna Pieri (Ernestina) e Alex Martini (Martino). Con loro l’Orchestra del Conservatorio Venezze insieme all’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta, affiancate dai maestri al fortepiano Simone Bassi Astolfi, Eleonora Luchetti, Mattia Varisco e Yang Zhang. A completare la squadra gli artisti e i tecnici del Teatro Sociale: tra loro Maria Selene Farinelli alla direzione di scena, Gerardo Felisatti e Margherita Di Canio come maestri collaboratori, Sara Sollutone alle luci, Emily Forte ai sovratitoli, e le numerose maestranze che seguono palcoscenico, macchine, costumi, trucco e parrucco. Il progetto è sostenuto anche da Adriatic LNG, con un ringraziamento speciale a Tecnoverde srl. Composta nel 1812, la farsa rossiniana gioca su scambi di identità, malintesi e avventure sentimentali nati da un banale cambio di valigia. Toni vivaci e ritmo brillante rendono questa pagina del giovane Rossini uno dei lavori più freschi del suo repertorio. Il Teatro Sociale conferma così la propria volontà di valorizzare il belcanto, proponendo un titolo che unisce tradizione, qualità musicale e un’impronta scenica attuale. Venerdì 12 dicembre alle 19.30, al Ridotto del Teatro, il direttore artistico Edoardo Bottacin presenterà l’opera in un incontro a ingresso libero, realizzato con il contributo della Fondazione Rovigo Cultura e impreziosito da un gelato a tema offerto dalla gelateria Godot. Nel suo approfondimento, la regista Anna Cuocolo racconta come il cuore dell’opera – l’equivoco del cambio di valigia – l’abbia portata a cercare un simbolo visivo capace di rendere la continua oscillazione tra inganno e illusione. La scelta è ricaduta sull’immaginario grafico di M.C. Escher: scale senza sbocco, prospettive ambigue e architetture impossibili, elementi che rispecchiano perfettamente il ritmo farsesco e il gioco di identità tipico di Rossini. La scenografia, ispirata a questo universo visionario, diventa parte attiva della narrazione, mentre i costumi – eleganti, con richiami agli anni Cinquanta – collocano i personaggi in un tempo sospeso tra classicità e modernità. L’incontro tra Rossini ed Escher, spiega Cuocolo, vuole restituire al pubblico non solo il sorriso leggero della farsa, ma anche quella sottile inquietudine che spesso accompagna ogni illusione.

Prosegue la Stagione Lirica del Teatro Sociale con un dicembre interamente dedicato a L’occasione fa il ladro, la frizzante farsa di Gioachino Rossini che approda per la prima volta sul palcoscenico rodigino. L’opera sarà proposta in triplice appuntamento: mercoledì 10 dicembre alle 16 per l’educational, venerdì 12 dicembre alle 20.30 per il turno A e domenica 14 dicembre alle 16 per il turno B.

Il nuovo allestimento, realizzato nell’ambito del progetto “Fucina del Teatro Sociale di Rovigo”, nasce in coproduzione con il Conservatorio Francesco Venezze. Alla guida musicale c’è Elisabetta Maschio, mentre la regia e le luci portano la firma di Anna Cuocolo. Scene e costumi sono di Matteo Corsi, vincitore del Concorso Internazionale Gabbris Ferrari.

Sul palcoscenico del Sociale si alterneranno Enrico Basso (Don Eusebio), Silvia Ghirardini (Berenice), Matteo Urbani (Conte Alberto), Giuseppe De Luca (Don Parmenione), Anna Pieri (Ernestina) e Alex Martini (Martino). Con loro l’Orchestra del Conservatorio Venezze insieme all’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta, affiancate dai maestri al fortepiano Simone Bassi Astolfi, Eleonora Luchetti, Mattia Varisco e Yang Zhang.

A completare la squadra gli artisti e i tecnici del Teatro Sociale: tra loro Maria Selene Farinelli alla direzione di scena, Gerardo Felisatti e Margherita Di Canio come maestri collaboratori, Sara Sollutone alle luci, Emily Forte ai sovratitoli, e le numerose maestranze che seguono palcoscenico, macchine, costumi, trucco e parrucco. Il progetto è sostenuto anche da Adriatic LNG, con un ringraziamento speciale a Tecnoverde srl.

Composta nel 1812, la farsa rossiniana gioca su scambi di identità, malintesi e avventure sentimentali nati da un banale cambio di valigia. Toni vivaci e ritmo brillante rendono questa pagina del giovane Rossini uno dei lavori più freschi del suo repertorio. Il Teatro Sociale conferma così la propria volontà di valorizzare il belcanto, proponendo un titolo che unisce tradizione, qualità musicale e un’impronta scenica attuale.

Venerdì 12 dicembre alle 19.30, al Ridotto del Teatro, il direttore artistico Edoardo Bottacin presenterà l’opera in un incontro a ingresso libero, realizzato con il contributo della Fondazione Rovigo Cultura e impreziosito da un gelato a tema offerto dalla gelateria Godot.

Nel suo approfondimento, la regista Anna Cuocolo racconta come il cuore dell’opera – l’equivoco del cambio di valigia – l’abbia portata a cercare un simbolo visivo capace di rendere la continua oscillazione tra inganno e illusione. La scelta è ricaduta sull’immaginario grafico di M.C. Escher: scale senza sbocco, prospettive ambigue e architetture impossibili, elementi che rispecchiano perfettamente il ritmo farsesco e il gioco di identità tipico di Rossini.

La scenografia, ispirata a questo universo visionario, diventa parte attiva della narrazione, mentre i costumi – eleganti, con richiami agli anni Cinquanta – collocano i personaggi in un tempo sospeso tra classicità e modernità. L’incontro tra Rossini ed Escher, spiega Cuocolo, vuole restituire al pubblico non solo il sorriso leggero della farsa, ma anche quella sottile inquietudine che spesso accompagna ogni illusione.