Latte in crisi nell'Alta Padovana, i prezzi dei contratti crollano e mettono in difficoltà gli allevatori locali

La quotazione del latte sfuso è scesa da 60 a 53 euro a ettolitro in pochi mesi, con rischi immediati per la redditività delle aziende venete e pressioni aggiuntive dovute alle importazioni da Germania e Francia

Adamo Chiesa

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03.12.2025 - 15:17

Foto di repertorio

Un brusco calo dei prezzi del latte sta creando preoccupazione tra gli allevatori dell’Alta Padovana. Secondo i dati Ismea, il latte sfuso consegnato in cisterna è passato da 60 a 53 euro a ettolitro tra ottobre e agosto, con la tendenza a scendere ulteriormente verso i 50 euro. Il fenomeno è legato principalmente a un eccesso di produzione su scala europea e internazionale, unito a un rallentamento dei consumi. “Tra le nostre aziende si respira sfiducia e preoccupazione – spiega Enrico Piantella, responsabile Confagricoltura Padova a Piazzola sul Brenta – La perdita complessiva è di circa 16 euro a ettolitro in un periodo molto breve, con un andamento più brusco del normale rispetto ai cicli stagionali”. Il latte spot, che funge da indicatore delle tendenze di mercato, influenza direttamente i contratti locali e i prezzi riconosciuti alla stalla. Rispetto ai primi mesi del 2025, quando le quotazioni erano ancora elevate, oggi gli allevatori devono affrontare una pressione al ribasso nei contratti, difficoltà di programmazione e margini ridotti, con possibili effetti immediati sull’intero comparto produttivo veneto. A complicare la situazione contribuiscono anche le importazioni di latte da Germania e Francia, i cui prezzi stanno calando più rapidamente di quelli italiani, comprimendo ulteriormente le quotazioni locali. Anche i formaggi DOP, come il Grana Padano, iniziano a mostrare lievi segni di flessione. Il lungo periodo di prezzi alti di inizio anno aveva portato molti allevatori a trattenere più vacche in stalla, riducendo del 12% le macellazioni estive e aumentando l’offerta di latte proprio mentre la domanda industriale, soprattutto per burro e polveri, resta prudente. In Veneto le consegne di latte sono cresciute del 4,2%, mentre a livello nazionale l’aumento è del 2,6%. “È una dinamica strutturale che richiede attenzione – conclude Piantella – Confagricoltura sta lavorando per tutelare il reddito dei produttori e difendere un settore strategico per l’agricoltura, l’industria di trasformazione e la ristorazione della provincia di Padova”.

Il fenomeno è legato principalmente a un eccesso di produzione su scala europea e internazionale, unito a un rallentamento dei consumi. “Tra le nostre aziende si respira sfiducia e preoccupazione – spiega Enrico Piantella, responsabile Confagricoltura Padova a Piazzola sul Brenta – La perdita complessiva è di circa 16 euro a ettolitro in un periodo molto breve, con un andamento più brusco del normale rispetto ai cicli stagionali”.

Il latte spot, che funge da indicatore delle tendenze di mercato, influenza direttamente i contratti locali e i prezzi riconosciuti alla stalla. Rispetto ai primi mesi del 2025, quando le quotazioni erano ancora elevate, oggi gli allevatori devono affrontare una pressione al ribasso nei contratti, difficoltà di programmazione e margini ridotti, con possibili effetti immediati sull’intero comparto produttivo veneto.

A complicare la situazione contribuiscono anche le importazioni di latte da Germania e Francia, i cui prezzi stanno calando più rapidamente di quelli italiani, comprimendo ulteriormente le quotazioni locali. Anche i formaggi DOP, come il Grana Padano, iniziano a mostrare lievi segni di flessione.

Il lungo periodo di prezzi alti di inizio anno aveva portato molti allevatori a trattenere più vacche in stalla, riducendo del 12% le macellazioni estive e aumentando l’offerta di latte proprio mentre la domanda industriale, soprattutto per burro e polveri, resta prudente. In Veneto le consegne di latte sono cresciute del 4,2%, mentre a livello nazionale l’aumento è del 2,6%.

“È una dinamica strutturale che richiede attenzione – conclude Piantella – Confagricoltura sta lavorando per tutelare il reddito dei produttori e difendere un settore strategico per l’agricoltura, l’industria di trasformazione e la ristorazione della provincia di Padova”.