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Economia regionale
04.12.2025 - 14:43
Gruppo Giovani Confapi Venezia
Si è svolto ieri a Mogliano Veneto, negli spazi del Move Hotel, l’evento finale annuale dei soci Confapi Venezia e Confapi Treviso. Un appuntamento che ha richiamato oltre duecento imprenditori da tutto il territorio, occasione per fare il punto sull’andamento dell’economia locale e sulle prospettive future.
Al centro dell’incontro, organizzato in collaborazione con il Centro Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, la presentazione dello scenario economico globale ed europeo. Proprio il Research Department dell’istituto bancario ha illustrato le stime di crescita per il 2026: nel Nordest è attesa una lieve ripresa dell’attività, trainata soprattutto dalla domanda interna. Una fotografia che ha dato lo spunto per discutere di investimenti, competenze e competitività, temi cruciali per il tessuto produttivo veneto.
A intervenire sono stati i presidenti delle due territoriali, Marco Zecchinel per Venezia e Luca Fraccaro per Treviso, che hanno richiamato l’attenzione sulle difficoltà che le imprese affrontano ogni giorno: costi elevati, in particolare quelli energetici, carico fiscale, manodopera e ricorso agli ammortizzatori sociali. Entrambi hanno sottolineato anche il tema del personale qualificato, ricordando il divario crescente tra le figure richieste dalle aziende e quelle realmente disponibili.
Durante la serata sono stati premiati gli imprenditori che nel corso dell’anno si sono distinti per scelte coraggiose e risultati significativi. Tra questi chi ha puntato su nuove assunzioni, ampliamento degli stabilimenti, innovazioni nei prodotti e nei servizi o aperture verso nuovi mercati. Un’attenzione particolare è stata riservata alle imprese femminili, con il lavoro del Gruppo Donne, e alle iniziative del Gruppo Giovani.
Nel suo intervento, Cristina Cipiccia, direttrice regionale di Intesa Sanpaolo per Veneto Est e Friuli Venezia Giulia, ha ricordato l’impegno delle piccole e medie imprese in tecnologia, ricerca e sostenibilità, elementi che permettono loro di restare competitive. Ha evidenziato inoltre il sostegno della banca in termini di strumenti finanziari e consulenza specializzata, ricordando che nei primi nove mesi del 2025 sono stati erogati circa 3,5 miliardi di euro a famiglie e imprese del Nordest.
Particolare interesse ha suscitato l’analisi presentata da Giovanni Foresti del Research Department di Intesa Sanpaolo, dedicata al quadro economico attuale e alle reazioni delle imprese italiane alle tensioni internazionali e ai dazi. Secondo lo studio, il sistema produttivo nazionale sta dimostrando una buona capacità di adattamento, grazie alla qualità della manifattura, al risparmio delle famiglie e alla solidità del settore bancario. Nel 2026, un recupero del potere d’acquisto e tassi d’interesse più contenuti potrebbero favorire consumi e investimenti, sostenuti anche dai fondi del PNRR.
Lo studio ha messo in luce anche la vivacità delle imprese del Nordest di fronte ai nuovi scenari commerciali: molte stanno cercando clienti in mercati alternativi e valutano nuove sedi operative proprio negli Stati Uniti. Al tempo stesso è emersa l’importanza di una gestione più attenta dei rischi legati a energia, forniture, tecnologia e clima, oltre alla necessità di investire in processi più efficienti e in energia prodotta in autonomia.
Una parte della relazione è stata dedicata ai vantaggi delle aziende che innovano e investono in ricerca: nel settore manifatturiero, il valore aggiunto per dipendente supera di circa 40 mila euro quello delle imprese che non innovano. Benefici simili emergono anche nel caso dell’uso di energia rinnovabile o di macchinari ad alta efficienza. Centrale, secondo l’analisi, sarà inoltre la diffusione dell’intelligenza artificiale nei processi produttivi.
Infine, è stato affrontato il tema dei giovani, considerato decisivo per la competitività futura. Le imprese con dirigenti under 40 risultano più propense a investire in tecnologie avanzate. Tuttavia, anche nel Veneto resta forte il problema della fuga di talenti: nel 2024 la Provincia di Treviso ha perso oltre 700 giovani laureati e la Città Metropolitana di Venezia ne ha registrati circa 550 in uscita. Un dato che, come sottolineato nel corso dell’incontro, richiede uno sforzo collettivo per trattenere e attrarre nuove competenze.
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