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Rinascita culturale

Villa Beatrice d’Este chiude per lavori: al via il grande restyling sui Colli Euganei

Nel complesso sul Monte Gemola cantieri al via dal 9 dicembre: interventi per rendere la Villa un nuovo polo culturale immersivo entro il 2026

Villa Beatrice d'Este

Villa Beatrice d'Este

Dal 9 dicembre Villa Beatrice d’Este, uno dei luoghi più amati dei Colli Euganei, chiuderà temporaneamente per lasciare spazio ai lavori di restyling che porteranno alla riapertura nel marzo 2026, in tempo per gli ottocento anni dalla morte della beata Beatrice I d’Este. Il complesso sulla cima del Monte Gemola – villa, chiesetta, museo naturalistico, mostra storica e parco – resterà visitabile ancora per tre giorni: 6, 7 e 8 dicembre.

La chiusura consentirà l’avvio di un intervento di valorizzazione sostenuto da un contributo di 750 mila euro della Fondazione Cariparo, ottenuto dalla Provincia di Padova. L’obiettivo è far diventare Villa Beatrice un centro culturale moderno, dove la storia del luogo si intreccia con installazioni digitali e strumenti pensati per coinvolgere i visitatori in un percorso interattivo e alla portata di tutti.

Il nuovo allestimento unirà racconti storici e contenuti multimediali, con un percorso esperienziale pensato anche per scuole e famiglie. L’allestimento digitale verrà completato entro aprile del prossimo anno, così da presentare al pubblico una Villa rinnovata in occasione delle celebrazioni di maggio 2026.

Accanto alla parte museale, la Provincia sta già intervenendo sulla struttura con 350 mila euro di fondi propri per rifare tetto, balconi e infissi. Previsti anche interventi sugli impianti e una nuova illuminazione per valorizzare il complesso e renderlo fruibile anche nelle serate estive.

Villa Beatrice d’Este prende il nome dalla nobildonna benedettina che restaurò l’antico monastero e vi visse fino alla morte nel 1226. L’edificio attuale, nato dalla trasformazione seicentesca voluta dal mercante veneziano Francesco Ruberti, ospita oggi anche un museo dedicato alla flora e fauna dei Colli Euganei.

Il progetto punta a creare un museo capace di dialogare con il paesaggio euganeo. Le sale saranno ripensate come ambienti multisensoriali, dove scoprire la storia della beata, la letteratura legata al luogo e la natura di Gemola. Non mancheranno spazi per incontri e iniziative culturali.

La barchessa ospiterà un’enoteca dedicata ai prodotti tipici dei Colli – dal vino all’olio, dal miele alle giuggiole – mentre, grazie alla collaborazione con l’Istituto agrario “Duca degli Abruzzi”, verrà recuperato l’antico “orto delle monache”, trasformato in uno spazio didattico dedicato alle specie locali.

Sono previsti un sito web rinnovato, un’app multilingue e una “panchina gigante” panoramica nel parco esterno. Il progetto prevede inoltre strumenti dedicati a persone con disabilità visive e uditive e un servizio di trasporto dal parcheggio all’ingresso per chi ha difficoltà motorie.

Sabato 6 dicembre alle 16.30, al teatro San Giorgio di Baone, è in programma un incontro pubblico per presentare il progetto museale, con gli interventi di Daniele Canella e del sindaco di Baone, Francesco Corso.

Daniele Canella, vicepresidente vicario della Provincia di Padova, sottolinea come la chiusura temporanea rappresenti «l’inizio di una nuova fase per uno dei luoghi più suggestivi dei Colli Euganei», con l’obiettivo di restituire al territorio «un complesso rinnovato, inclusivo e capace di raccontare storia, spiritualità e natura». Canella evidenzia la volontà di trasformare la Villa «in un polo culturale vivo, aperto alla comunità e in dialogo con le nuove generazioni», in vista della riapertura nel 2026.

Gilberto Muraro, presidente della Fondazione Cariparo, vede nel progetto «un investimento che unisce memoria storica, innovazione culturale e sviluppo sostenibile del territorio», capace di coinvolgere cittadini, scuole e visitatori in un’esperienza moderna e partecipata. Muraro definisce la collaborazione tra enti pubblici e privati «un esempio virtuoso» per la crescita del territorio.

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