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Qualità dell’aria
04.12.2025 - 17:10
La premier Giorgia Meloni, sullo sfondo un'esempio di inquinamento atmosferico
Il Governo ha deciso di ridurre drasticamente le risorse destinate al miglioramento della qualità dell’aria nel bacino padano, una scelta che Legambiente definisce “irresponsabile” e pericolosa per la salute di 25 milioni di cittadini. I tagli, previsti per il triennio 2026-2028, raggiungono il 75% dei fondi stanziati per il cosiddetto Fondo per l’aria, con un incremento rinviato solo al 2029-2031.
Secondo l’associazione ambientalista, la decisione arriva proprio mentre alcune regioni del Nord Italia stanno mostrando risultati positivi grazie agli interventi degli ultimi anni. In Veneto, ad esempio, le centraline registrano dati che potrebbero consentire un 2025 senza superamenti del limite giornaliero di PM10 in gran parte del territorio, un risultato mai raggiunto negli ultimi vent’anni. Anche Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna segnalano miglioramenti, seppur più graduali, grazie a misure integrate su trasporti, agricoltura ed efficienza energetica.
Legambiente sottolinea che ridurre le risorse proprio ora rischia di vanificare questi progressi e di esporre l’Italia a possibili sanzioni europee, con gravi conseguenze per la salute pubblica. I dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente mostrano che nel 2023 i decessi legati al PM2,5 in Italia sono stati 43.000, concentrati principalmente nella pianura padana.
“Tagliare i fondi significa lasciare sole le città e le regioni più colpite dall’inquinamento, mentre gli interventi stanno finalmente dando i primi risultati”, afferma Legambiente, ricordando che la qualità dell’aria è un problema sanitario oltre che ambientale. L’associazione invita il Parlamento a ripristinare immediatamente i fondi previsti e chiede al Governo un confronto serio con le Regioni, puntando a politiche continuative e risorse certe per garantire ai cittadini città più vivibili e aria più pulita.
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