In Veneto spariscono centinaia di ettari di terreno fertile, tra cemento e cantieri cresce il rischio idrogeologico

Coldiretti lancia l’allarme in vista della Giornata mondiale del suolo: ogni anno il degrado e l’urbanizzazione fanno perdere cibo per oltre un miliardo di euro

Adamo Chiesa

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04.12.2025 - 17:50

Foto di repertorio

La cementificazione e l’erosione dei terreni agricoli continuano a mettere a rischio il cibo e la sicurezza del territorio. Secondo Coldiretti, sulla base dei dati Ispra, ogni anno in Italia spariscono terreni fertili per un valore di 1,2 miliardi di euro, una perdita che minaccia la sovranità alimentare nazionale in un contesto internazionale già delicato. Anche il Veneto paga il suo tributo: nel 2024 sono scomparsi 730 ettari di suolo produttivo, con effetti evidenti sul Vicentino. Tra il 2000 e il 2020, la superficie agricola nazionale è calata da 18,8 a 16,1 milioni di ettari, secondo i dati Istat elaborati da Coldiretti. La riduzione dei terreni coltivabili ha conseguenze sulla gestione del territorio e aumenta i rischi legati a frane e allagamenti, accentuati dai cambiamenti climatici e dagli eventi meteorologici estremi. Il fenomeno non accenna a fermarsi: nel 2024 quasi 84 chilometri quadrati di terreno sono stati coperti da nuove superfici artificiali, con un aumento del 16% rispetto all’anno precedente. Tra le principali cause, cantieri ed impianti fotovoltaici. Coldiretti sottolinea che l’espansione delle aree urbanizzate riduce la capacità del terreno di assorbire l’acqua piovana, aumentando il rischio di inondazioni e smottamenti. Oggi oltre il 90% dei comuni italiani si trova in zone vulnerabili a frane e allagamenti, un dato reso ancora più critico dal clima sempre più imprevedibile. Per Coldiretti è urgente fermare il consumo di suolo fertile, a partire dall’approvazione della legge sul consumo di territorio, ferma in Parlamento da tempo. Ma il recupero dei terreni va pensato anche nelle città: le aree verdi urbane coprono appena il 2,9% dei comuni, con parchi e giardini attrezzati ancora più rari. Alberi e spazi verdi, ricorda l’associazione, sono fondamentali per la salute, per ridurre le emissioni di CO2, migliorare la qualità dell’aria e favorire la biodiversità. Salvaguardare il suolo e le imprese agricole, evidenzia Coldiretti, significa proteggere non solo il cibo ma anche la sicurezza e la bellezza del paesaggio veneto, una responsabilità condivisa dalla maggioranza degli italiani.

Anche il Veneto paga il suo tributo: nel 2024 sono scomparsi 730 ettari di suolo produttivo, con effetti evidenti sul Vicentino. Tra il 2000 e il 2020, la superficie agricola nazionale è calata da 18,8 a 16,1 milioni di ettari, secondo i dati Istat elaborati da Coldiretti. La riduzione dei terreni coltivabili ha conseguenze sulla gestione del territorio e aumenta i rischi legati a frane e allagamenti, accentuati dai cambiamenti climatici e dagli eventi meteorologici estremi.

Il fenomeno non accenna a fermarsi: nel 2024 quasi 84 chilometri quadrati di terreno sono stati coperti da nuove superfici artificiali, con un aumento del 16% rispetto all’anno precedente. Tra le principali cause, cantieri ed impianti fotovoltaici. Coldiretti sottolinea che l’espansione delle aree urbanizzate riduce la capacità del terreno di assorbire l’acqua piovana, aumentando il rischio di inondazioni e smottamenti. Oggi oltre il 90% dei comuni italiani si trova in zone vulnerabili a frane e allagamenti, un dato reso ancora più critico dal clima sempre più imprevedibile.

Per Coldiretti è urgente fermare il consumo di suolo fertile, a partire dall’approvazione della legge sul consumo di territorio, ferma in Parlamento da tempo. Ma il recupero dei terreni va pensato anche nelle città: le aree verdi urbane coprono appena il 2,9% dei comuni, con parchi e giardini attrezzati ancora più rari. Alberi e spazi verdi, ricorda l’associazione, sono fondamentali per la salute, per ridurre le emissioni di CO2, migliorare la qualità dell’aria e favorire la biodiversità.

Salvaguardare il suolo e le imprese agricole, evidenzia Coldiretti, significa proteggere non solo il cibo ma anche la sicurezza e la bellezza del paesaggio veneto, una responsabilità condivisa dalla maggioranza degli italiani.