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L’arte che cura: a Verona lo studio che dimostra come un museo può migliorare la salute mentale

Il progetto MINERVA di Palazzo Maffei, realizzato con il Centro OMS dell’Università di Verona, mostra dati sorprendenti: visitare un museo può ridurre ansia, depressione e disagio psicologico.

L’arte che cura: a Verona lo studio che dimostra come un museo può migliorare la salute mentale

Particolare di una mostra d'arte a Palazzo Maffei

Un Museo può davvero farci stare meglio? Ora c'è una risposta scientifica

La scena è familiare: si entra in un museo per ammirare un quadro, una scultura, un frammento di bellezza. Ma mentre gli occhi osservano, qualcosa avviene anche altrove — nella mente, nell’umore, nel modo in cui percepiamo noi stessi. Non è suggestione: ora sono i dati a dirlo. A Palazzo Maffei, una ricerca innovativa condotta con il Centro OMS per la ricerca in Salute Mentale dell’Università di Verona conferma che l’esperienza artistica può diventare un vero intervento di benessere psicologico per la popolazione generale.

Pubblicato sulla rivista Frontiers in Psychology, lo studio del progetto MINERVA (Museo, Innovazione, Neuroscienze: Effetti Reattivi e Reazioni Psichiche al Valore Artistico) mostra miglioramenti significativi nei parametri di salute mentale dopo un percorso museale strutturato.

Un progetto unico in Italia

MINERVA è la prima ricerca italiana ad aver misurato, in modo rigoroso e prospettico, l’impatto dell’arte sul benessere emotivo di visitatori non selezionati per fragilità psicologiche. Lo studio ha coinvolto 103 partecipanti, guidati attraverso tre visite tematiche a distanza di una settimana, con valutazioni cliniche prima e dopo il percorso. Le opere di Palazzo Maffei — da Picasso a Kandinsky, da Magritte a Canova — sono diventate parte di un setting sperimentale innovativo, capace di misurare cambiamenti reali.

I partecipanti erano perlopiù donne (82,5%), con un’età media di 53 anni, e un profilo sociodemografico variegato. Prima dell’inizio del percorso, il 67% mostrava distress psicologico, con livelli medio-bassi di benessere e la presenza di sintomi ansiosi e depressivi.

I risultati: ansia e depressione si riducono, il benessere cresce

Dopo tre settimane, la fotografia psicologica dei partecipanti cambia:

  • il distress psicologico scende dal 67% al 56%;

  • i casi di ansia moderata o grave si dimezzano (dal 13,6% al 6,8%);

  • la depressione moderata-grave passa dall’8,8% al 4,8%;

  • il benessere psicologico cresce in modo significativo: la percentuale di persone con livelli elevati sale dal 34% al 50%.

Gli effetti più marcati emergono tra i 41 e i 60 anni, fascia che beneficia maggiormente di un’esperienza artistica guidata. L’accettabilità del percorso è molto alta: tra il 89% e il 98% dei partecipanti lo ha giudicato interessante, fruibile e soddisfacente.

La ricerca che fa scuola in Europa

Il valore di MINERVA è stato riconosciuto oltre i confini italiani: la Commissione Europea ha citato il progetto come buona pratica nel documento “Culture and Health. Time to act”, unico caso italiano menzionato. Un segnale sull’importanza crescente del dialogo tra cultura e salute pubblica.

Per la prof.ssa Michela Nosè, coordinatrice dello studio, “i dati confermano che l’arte può essere una risorsa concreta per la salute pubblica. Questo è solo l’inizio: la ricerca proseguirà con studi più ampi e randomizzati”.

La direttrice di Palazzo Maffei, Vanessa Carlon, ribadisce la filosofia che muove il museo: “Crediamo fermamente nel potere dell’arte, nella sua forza terapeutica e nella sua capacità di generare crescita personale. MINERVA dimostra con numeri solidi ciò in cui crediamo da sempre: il museo è un luogo culturale, ma anche sociale, capace di accogliere e sostenere.”

Un invito che diventa occasione

In un momento storico in cui il benessere mentale è sempre più centrale, i dati dello studio veronese ricordano che i musei non sono solo scrigni di bellezza, ma spazi in cui ritrovare attenzione, lentezza ed equilibrio. Per questo il ponte dell'Immacolata e il periodo delle festività rappresentano un’occasione ideale per avvicinarsi — o riavvicinarsi — ai musei di Verona e del Veneto: luoghi accessibili, capaci di offrire cultura ma anche, come dimostra la ricerca, un autentico nutrimento per la mente e per lo spirito.

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