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12.12.2025 - 18:21
Foto di repertorio
L'export di Verona segna una ripresa nei primi nove mesi del 2025, registrando un incremento dell'1,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, con un valore complessivo che supera gli 11,4 miliardi di euro. Nonostante il segno positivo, il dato veronese si colloca al di sotto della media nazionale (+3,6%) e in controtendenza rispetto al -0,6% registrato in Veneto, evidenziando una performance migliore rispetto a molte altre province della regione.
Secondo le elaborazioni della Camera di Commercio di Verona, su dati Istat, il risultato positivo è in gran parte attribuibile alla ripresa della domanda dall'Unione Europea, che ha spinto le esportazioni veronesi. Tuttavia, il quadro nazionale appare più favorevole, con il centro Italia e alcune zone del nord e sud che hanno visto crescite più marcate, mentre le isole hanno registrato un significativo calo.
Michelangelo Dalla Riva, segretario generale della Camera di Commercio scaligera, ha commentato con cautela il risultato: "Dopo un semestre sostanzialmente in linea con l'anno precedente e un primo trimestre con una leggera contrazione, i segnali positivi arrivano dai mercati esteri. Un dato incoraggiante è certamente il recupero della Germania, mercato cruciale per il nostro export".
La Germania si conferma il primo mercato di sbocco, con un valore delle esportazioni pari a 2,1 miliardi di euro, in crescita del 6,8%. Positivi anche i dati per la Francia (+2,4%), la Spagna (+6,5%) e la Polonia (+12,5%), che consolidano la loro posizione nelle prime posizioni delle destinazioni delle merci veronesi. Al contrario, gli Stati Uniti registrano una flessione significativa, con un calo di oltre il 6%, riflettendo una situazione economica e geopolitica complessa, aggravata anche dai dazi introdotti nei mesi precedenti.
Tra i settori che hanno visto una crescita significativa, spiccano i mobili (+15,1%) e la termomeccanica (+12,3%), che confermano l'appeal delle produzioni veronesi sui mercati esteri. Bene anche l'export di prodotti alimentari e ortofrutta, che cresce di oltre il 7%. Al contrario, si registra una flessione per alcuni settori come calzature, vino e marmo, che hanno visto un abbassamento delle vendite all’estero.
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