Export veneto in affanno: dazi USA e mercati instabili frenano le vendite

Frigoriferi, occhiali, macchine agricole e gioielli tra i settori più colpiti; Venezia e Belluno le province più in difficoltà

Alessia Scarpa

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13.12.2025 - 11:40

Export veneto in affanno: dazi USA e mercati instabili frenano le vendite

Foto di repertorio

L' export veneto fatica a decollare nel 2025. Nei primi nove mesi dell'anno, le vendite all'estero dei prodotti della regione sono calate dello 0,6%, contro un aumento medio nazionale del 3,6%. Una flessione che, assieme a Trentino Alto Adige e Valle d'Aosta, pone il Veneto tra le poche regioni settentrionali a registrare una contrazione. In termini assoluti, la perdita è di circa 360 milioni di euro, portando lo stock complessivo delle esportazioni regionali a 59,3 miliardi di euro. A livello provinciale, Verona (+1,9%) e Padova (+1,4%) resistono meglio, mentre Rovigo (-4,1%) e Venezia (-10,2%) soffrono maggiormente. A pesare è soprattutto il mercato statunitense: i dazi imposti dagli USA hanno provocato una contrazione del 5,9% nelle vendite, pari a 317 milioni di euro in meno. Alcune province, come Padova (+9,5%) e Rovigo (+2,7%), hanno comunque registrato incrementi, mentre Belluno (-35,1%), Treviso (-6,9%) e Verona (-6,2%) subiscono forti cali. I settori più colpiti comprendono gli elettrodomestici (-44,5%), l' occhialeria (-29,4%), le macchine agricole (-28,4%), i prodotti in metallo (-20,4%), i mobili (-16,1%) e la gioielleria (-9%). Oltre ai dazi, a pesare sono le tensioni geopolitiche, la crisi dei mercati internazionali e la svalutazione del dollaro, che dall'inizio dell'anno ha perso circa il 12% rispetto all'euro. Nonostante il quadro preoccupante, gli esperti sottolineano come le imprese venete, leader nei prodotti di alta gamma, possano superare la fase critica puntando su infrastrutture più efficienti, una burocrazia snella e un sistema fiscale più equo, senza necessità di sussidi diretti.

L' export veneto fatica a decollare nel 2025. Nei primi nove mesi dell'anno, le vendite all'estero dei prodotti della regione sono calate dello 0,6%, contro un aumento medio nazionale del 3,6%. Una flessione che, assieme a Trentino Alto Adige e Valle d'Aosta, pone il Veneto tra le poche regioni settentrionali a registrare una contrazione. In termini assoluti, la perdita è di circa 360 milioni di euro, portando lo stock complessivo delle esportazioni regionali a 59,3 miliardi di euro.

A livello provinciale, Verona (+1,9%) e Padova (+1,4%) resistono meglio, mentre Rovigo (-4,1%) e Venezia (-10,2%) soffrono maggiormente. A pesare è soprattutto il mercato statunitense: i dazi imposti dagli USA hanno provocato una contrazione del 5,9% nelle vendite, pari a 317 milioni di euro in meno. Alcune province, come Padova (+9,5%) e Rovigo (+2,7%), hanno comunque registrato incrementi, mentre Belluno (-35,1%), Treviso (-6,9%) e Verona (-6,2%) subiscono forti cali.

I settori più colpiti comprendono gli elettrodomestici (-44,5%), l' occhialeria (-29,4%), le macchine agricole (-28,4%), i prodotti in metallo (-20,4%), i mobili (-16,1%) e la gioielleria (-9%). Oltre ai dazi, a pesare sono le tensioni geopolitiche, la crisi dei mercati internazionali e la svalutazione del dollaro, che dall'inizio dell'anno ha perso circa il 12% rispetto all'euro.

Nonostante il quadro preoccupante, gli esperti sottolineano come le imprese venete, leader nei prodotti di alta gamma, possano superare la fase critica puntando su infrastrutture più efficienti, una burocrazia snella e un sistema fiscale più equo, senza necessità di sussidi diretti.