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Fisioterapia a distanza: a Vittorio Veneto e Conegliano nasce la rete delle “Transfer Room”

Cinque spazi dedicati alla teleriabilitazione nel Distretto di Pieve di Soligo

Fisioterapia a distanza: a Vittorio Veneto e Conegliano nasce la rete delle “Transfer Room”

Le immagini sul posto

La fisioterapia entra sempre più nell’era digitale grazie al potenziamento della rete di teleriabilitazione dell’Ulss 2. Nel Distretto di Pieve di Soligo prende forma un progetto innovativo che coinvolge il Dipartimento di Riabilitazione e le strutture ospedaliere di Vittorio Veneto e Conegliano, con l’obiettivo di integrare stabilmente la teleriabilitazione nei percorsi di cura, rendendo i servizi più vicini ai cittadini e meglio coordinati con il territorio.

Cuore dell’iniziativa sono le nuove “Transfer Room”, ambienti dedicati all’avvio dei programmi di riabilitazione a distanza. Due di queste stanze sono già operative all’ospedale di Vittorio Veneto, una terza è in fase di attivazione nella stessa sede, mentre altre due saranno presto disponibili all’ospedale Santa Maria dei Battuti di Conegliano. In questi spazi i pazienti vengono presi in carico e avviati alla teleriabilitazione, per poi proseguire la fisioterapia direttamente da casa.

Il progetto è coordinato dal dottor Mattia Nisi, direttore dell’Unità operativa di Recupero e Riabilitazione Funzionale, che sottolinea come l’innovazione non riguardi solo la tecnologia. «Accanto agli strumenti digitali – spiega – abbiamo investito molto nella formazione interna del personale del Dipartimento, coinvolgendo professionisti di diverse sedi dell’Ulss 2, così da garantire procedure uniformi e competenze condivise in tutte le strutture».

Le Transfer Room consentono ai cittadini di iniziare il percorso riabilitativo già dopo una visita fisiatrica ambulatoriale. Il trattamento può essere svolto interamente a distanza oppure con una modalità mista, alternando sedute in presenza e sessioni domiciliari. Questo approccio permette di proseguire la riabilitazione anche dopo la dimissione ospedaliera, riducendo gli spostamenti e assicurando continuità assistenziale direttamente a casa.

Alla base della teleriabilitazione c’è un dispositivo tecnologico compatto e facilmente trasportabile, che si collega alla televisione domestica tramite un semplice cavo HDMI. Attraverso lo schermo, il paziente segue un programma personalizzato elaborato dal fisioterapista, visualizzando obiettivi e movimenti da eseguire. Sensori di precisione monitorano in tempo reale la postura e l’esecuzione degli esercizi, fornendo feedback immediati e segnalando eventuali errori all’operatore sanitario, che può intervenire a distanza o modificare il programma.

Il sistema consente inoltre un monitoraggio digitale costante dei progressi: i dati raccolti dopo ogni sessione permettono al medico di valutare l’andamento della terapia e di adattare gli esercizi in modo puntuale, senza la necessità di una presenza fisica continua.

«La forza della teleriabilitazione – evidenzia Nisi – sta nella sua flessibilità. I pazienti possono allenarsi negli orari più compatibili con la propria vita quotidiana, anche al di fuori dei tempi ambulatoriali tradizionali. Questo favorisce la continuità terapeutica e coinvolge attivamente anche familiari e caregiver, senza stravolgere gli equilibri lavorativi o familiari».

I numeri confermano l’importanza del servizio: nel corso del 2025 l’Unità operativa di Recupero e Riabilitazione di Vittorio Veneto–Conegliano ha seguito oltre 17 mila cittadini, erogando più di 450 mila prestazioni riabilitative e circa 7 mila visite specialistiche. L’introduzione delle Transfer Room e della teleriabilitazione non sostituisce i percorsi tradizionali, ma li affianca e li potenzia, rendendo il sistema più moderno e rispondente alle reali esigenze della popolazione.

Il progetto ha potuto contare sul sostegno delle Direzioni Mediche ospedaliere e del direttore del Dipartimento di Riabilitazione, dottor Marco Gugelmetto, che ha promosso la standardizzazione del modello per renderlo replicabile in tutte le strutture aziendali. «Con questa iniziativa – ha dichiarato il direttore generale Francesco Benazzi – l’Ulss 2 ribadisce il proprio impegno per una riabilitazione innovativa, accessibile e integrata, capace di migliorare l’efficacia delle cure e l’esperienza complessiva dei pazienti».

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