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Politica regionale

Micalizzi eletto vicepresidente in Consiglio regionale: priorità a sanità territoriale e opere pubbliche

L’ex vicesindaco di Padova, tra i più votati alle regionali, racconta dell'arrivo a Palazzo Ferro Fini e traccia la rotta per i prossimi cinque anni

Andrea Micalizzi, ex vicesindaco di Padova e ora vicepresidente in Regione

Andrea Micalizzi, ex vicesindaco di Padova e ora vicepresidente in Regione

Andrea Micalizzi è uno dei due nuovi vicepresidenti del Consiglio regionale del Veneto. Esponente del Partito Democratico ed ex vicesindaco di Padova, è stato eletto insieme a Francesco Rucco, già sindaco di Vicenza. Alle ultime elezioni regionali Micalizzi ha ottenuto oltre 18 mila preferenze, risultando il candidato più votato in Veneto dopo il presidente Luca Zaia.

Ospite della trasmissione Buongiorno Veneto su Radio Veneto24, condotta da Giuliana Lucca, Micalizzi ha raccontato le emozioni dell’ingresso in aula e il significato del nuovo incarico. «Entrare in Consiglio regionale è stato l’esito di un percorso bello, appassionante e anche faticoso – ha spiegato –. La Regione è un’istituzione molto importante e per me rappresenta un passaggio significativo dopo 26 anni di amministrazione comunale».

Un risultato elettorale che il neo vicepresidente lega più al lavoro collettivo che al consenso personale. «L’esperienza maturata a Padova, in un’amministrazione concreta, attiva e moderna, ha dato un’impronta di cambiamento che credo sia stata riconosciuta anche dagli elettori. Questo risultato è il frutto di un lavoro collettivo e rappresenta un segnale di fiducia verso un certo modo di amministrare».

Nel nuovo ruolo, Micalizzi farà parte dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, insieme all’altro vicepresidente Rucco e al presidente Stefani. «Il mio primo obiettivo è garantire che il Consiglio funzioni in modo proficuo e trasparente, rispondendo alle aspettative dei cittadini veneti».

Tra i temi che hanno pesato maggiormente durante la campagna elettorale, Micalizzi indica la sanità. «Viviamo un paradosso – ha affermato –: il Veneto vanta un sistema sanitario d’eccellenza per le grandi prestazioni e per la qualità dei suoi medici, ma soffre enormemente sul fronte della sanità territoriale». Una situazione che, secondo il vicepresidente, si riflette nella difficoltà di trovare medici di base, nella chiusura di ambulatori e nei lunghi tempi di attesa per visite ed esami. «Non è accettabile che una regione come la nostra non riesca a garantire un servizio di prossimità, soprattutto nelle aree periferiche».

Altro nodo centrale riguarda le infrastrutture. «Siamo una delle regioni più ricche d’Europa, ma da quindici anni il Veneto non ha fatto il salto di qualità che hanno compiuto regioni come Lombardia ed Emilia-Romagna», ha osservato. Strade, collegamenti e trasporto pubblico vengono giudicati non adeguati a un territorio che ormai si muove come una grande area metropolitana, in particolare nel Veneto centrale tra Padova, Treviso e Mestre.

Micalizzi si è espresso anche sulla nomina del nuovo assessore regionale alla sanità, il cardiochirurgo Gino Gerosa. «La sua presenza è sicuramente positiva – ha detto – ma fare il medico e fare il politico sono due cose diverse. La sanità oggi non ha bisogno solo di competenze, che non mancano, ma di un indirizzo politico chiaro che rimetta al centro il sistema sanitario pubblico e territoriale».

Secondo il vicepresidente del Consiglio regionale, negli ultimi anni il servizio pubblico si è progressivamente indebolito, favorendo il ricorso al privato. «Troppi cittadini sono costretti a pagare di tasca propria per curarsi in tempi accettabili. È su queste scelte che misureremo l’azione della nuova giunta».

La linea indicata resta chiara: più risorse per la sanità pubblica, per i servizi sul territorio e per il personale. «Il Veneto merita di più – ha concluso Micalizzi – e il nostro compito sarà lavorare perché questo cambiamento diventi concreto».

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