Villafranca di Verona: personale della Polizia Locale in stato di agitazione tra carenze strutturali e organico insufficiente

Dopo mesi di segnalazioni rimaste senza risposta, gli agenti denunciano turni disorganizzati, sedi inadeguate e servizi ridotti, con conseguenti danni d'immagine sul territorio

Adamo Chiesa

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18.12.2025 - 16:39

L'annuncio dello sciopero

La Polizia Locale di Villafranca di Verona ha proclamato lo stato di agitazione del proprio personale, dopo mesi di tentativi di confronto con l’Amministrazione comunale rimasti senza risposta. Nonostante la professionalità e il senso del dovere degli agenti, il lavoro quotidiano si svolge in un contesto sempre più complicato, segnato da una gestione dei turni poco chiara e dalla presenza sul territorio spesso intermittente. A peggiorare la situazione, le condizioni della sede del Comando, che da tempo non rispettano standard minimi di decoro e funzionalità: mancano servizi igienici separati tra uomini e donne, un problema grave per un ufficio pubblico e ancora più per un Corpo che rappresenta l’istituzione sul territorio. Gli agenti segnalano come queste criticità incidano sul morale e sull’operatività, con effetti evidenti anche sulla sicurezza della città. Con strutture inadeguate e una gestione poco efficace, la Polizia Locale fatica a garantire un presidio costante, aumentando la percezione di insicurezza tra i cittadini. Tra i motivi della protesta c’è anche la carenza di organico, che limita servizi serali e attività di prevenzione, proprio mentre cresce il numero di furti e la preoccupazione dei residenti. Molte risorse sono assorbite da controlli stradali e vigilanza davanti alle scuole, importanti ma meno strategici rispetto alla necessità di un controllo più incisivo del territorio. «Non si tratta di una protesta pretestuosa – spiega Simone Maniero, Segretario Regionale del DICCAP-SULPM – ma della conseguenza diretta di una situazione che ha superato il limite della tollerabilità. Abbiamo segnalato problemi concreti che riguardano le condizioni di lavoro degli operatori e la sicurezza urbana, senza ricevere risposte». Il sindacato sottolinea che le difficoltà del Corpo si ripercuotono sull’intera comunità: un presidio lasciato in strutture inadeguate non può garantire il controllo necessario della città. Lo stato di agitazione è quindi definito un atto di responsabilità, anche se non si esclude il ricorso a eventuali scioperi se la situazione non dovesse cambiare. Il DICCAP-SULPM assicura comunque che tutti i servizi indispensabili continueranno a essere garantiti, ma chiede un intervento immediato dell’Amministrazione comunale per migliorare le condizioni di lavoro degli agenti, ricordando come investire nella Polizia Locale significhi investire nella sicurezza quotidiana dei cittadini.

A peggiorare la situazione, le condizioni della sede del Comando, che da tempo non rispettano standard minimi di decoro e funzionalità: mancano servizi igienici separati tra uomini e donne, un problema grave per un ufficio pubblico e ancora più per un Corpo che rappresenta l’istituzione sul territorio.

Gli agenti segnalano come queste criticità incidano sul morale e sull’operatività, con effetti evidenti anche sulla sicurezza della città. Con strutture inadeguate e una gestione poco efficace, la Polizia Locale fatica a garantire un presidio costante, aumentando la percezione di insicurezza tra i cittadini.

Tra i motivi della protesta c’è anche la carenza di organico, che limita servizi serali e attività di prevenzione, proprio mentre cresce il numero di furti e la preoccupazione dei residenti. Molte risorse sono assorbite da controlli stradali e vigilanza davanti alle scuole, importanti ma meno strategici rispetto alla necessità di un controllo più incisivo del territorio.

«Non si tratta di una protesta pretestuosa – spiega Simone Maniero, Segretario Regionale del DICCAP-SULPM – ma della conseguenza diretta di una situazione che ha superato il limite della tollerabilità. Abbiamo segnalato problemi concreti che riguardano le condizioni di lavoro degli operatori e la sicurezza urbana, senza ricevere risposte».

Il sindacato sottolinea che le difficoltà del Corpo si ripercuotono sull’intera comunità: un presidio lasciato in strutture inadeguate non può garantire il controllo necessario della città. Lo stato di agitazione è quindi definito un atto di responsabilità, anche se non si esclude il ricorso a eventuali scioperi se la situazione non dovesse cambiare.

Il DICCAP-SULPM assicura comunque che tutti i servizi indispensabili continueranno a essere garantiti, ma chiede un intervento immediato dell’Amministrazione comunale per migliorare le condizioni di lavoro degli agenti, ricordando come investire nella Polizia Locale significhi investire nella sicurezza quotidiana dei cittadini.