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19.12.2025 - 08:10
Foto di repertorio
I trattori che assediano le strade della capitale europea non sono una cartolina folcloristica, ma il segnale evidente di una frattura profonda tra le istituzioni comunitarie e il mondo agricolo. A dirlo è Paolo Borchia, capodelegazione della Lega al Parlamento europeo e vicesegretario della Liga Veneta, che punta il dito contro le politiche dell’Unione e, in particolare, contro l’accordo Mercosur.
«Al di là delle derive violente, che condanniamo senza esitazioni, le proteste sono il risultato diretto di scelte sbagliate», afferma Borchia. Secondo l’europarlamentare le tensioni esplose in questi giorni erano ampiamente prevedibili e, soprattutto, evitabili. «Sarebbe bastato un minimo di realismo e l’umiltà di ascoltare la Lega: sul Mercosur, come su altri trattati di libero scambio, gli allarmi lanciati da agricoltori e territori sono stati ignorati per anni».
Nel mirino c’è un modello di apertura commerciale che, a giudizio della Lega, penalizza le imprese europee. «L’Ue ha preferito accordi ideologici che mettono in difficoltà chi produce rispettando standard ambientali, sanitari e sociali molto rigorosi», denuncia Borchia. «Non si può parlare di libero scambio quando manca la reciprocità: in quel caso si tratta di concorrenza sleale ai danni delle nostre aziende agricole».
Da qui il no netto all’accordo con i Paesi del Mercosur in assenza di garanzie stringenti e vincolanti. «Chiediamo all’Unione europea di fermarsi, di ascoltare davvero il mondo agricolo e di tornare a difendere il lavoro, le produzioni e la sovranità alimentare europea», conclude Borchia, rilanciando una battaglia che, assicura, non è ideologica ma concreta e radicata nei territori.
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