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In Veneto tutti i capoluoghi rispettano i limiti di polveri sottili nel 2025

Treviso, Verona e Venezia registrano i valori più bassi degli ultimi dieci anni, ma fuori città permangono criticità

In Veneto tutti i capoluoghi rispettano i limiti di polveri sottili nel 2025

Foto di repertorio

Il 2025 si chiude con un segnale positivo per la qualità dell’aria in Veneto: tutti i capoluoghi regionali rispettano i limiti di legge per il Pm10, le polveri sottili più pericolose per la salute. Lo rivelano i dati delle centraline Arpav, che registrano livelli nettamente inferiori rispetto a soli dieci anni fa.

Se nel 2014, ad esempio, città come Treviso e Verona superavano i 90-100 giorni di sforamento annuo, quest’anno Treviso arriva a 31, Verona a 26 e Venezia a 24. Vicenza si conferma la più virtuosa, con appena 23 sforamenti. Un miglioramento considerevole anche rispetto al 2024, quando tutte le città, ad eccezione di Belluno, avevano superato abbondantemente i limiti consentiti.

«I dati delle centraline urbane mostrano un miglioramento reale – spiega Luigi Lazzaro di Legambiente – ma non bisogna illudersi: fuori dai centri abitati, nelle aree rurali, i valori restano più elevati a causa delle emissioni legate al riscaldamento a legna, al traffico agricolo e alla zootecnia».

Secondo gli esperti, i progressi registrati quest’anno sono legati anche a condizioni meteorologiche favorevoli, ma confermano l’efficacia di interventi mirati per ridurre le polveri sottili. Tuttavia, resta aperta la sfida delle aree extra urbane, dove stufe obsolete e pratiche agricole continuano a generare picchi di inquinamento, in particolare nei mesi invernali.

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