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30.12.2025 - 10:45
Foto di repertorio
L’esorbitante aumento del costo dell’energia continua a pesare sulle imprese trevigiane. Secondo i dati di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, il caro energia ha inciso nel 2025 per circa 100 milioni di euro, pari allo 0,3% del Pil provinciale, collocando la provincia al secondo posto in Veneto per extra costo energetico, subito dopo Venezia. A livello regionale, il Veneto è secondo in Italia solo alla Lombardia, con un impatto complessivo stimato di 563 milioni di euro, pari allo 0,31% del Pil.
Le cifre parlano chiaro. Nel primo semestre del 2025, le micro e piccole imprese (MPI) con consumi fino a 2.000 MWh hanno pagato l’elettricità 28,46 centesimi al kWh, comprensivi di accise e oneri, superando del 24,3% la media europea di 22,9 centesimi. Applicando questo divario a livello nazionale, le MPI italiane hanno sostenuto un extracosto stimato in 5,39 miliardi di euro.
Le imprese più colpite risultano quelle di dimensioni minori, con consumi inferiori a 20 MWh: il prezzo dell’elettricità in questi casi supera del 34,5% la media UE, traducendosi in un costo aggiuntivo di circa 2,49 miliardi di euro a livello nazionale. «Il peso degli oneri fiscali e parafiscali è enorme e sbilanciato – commenta Armando Sartori, presidente di Confartigianato Marca Trevigiana – Le aziende più piccole sono le più vulnerabili, con strumenti limitati per tutelarsi. Attraverso il CAEM, offriamo consulenze personalizzate per individuare forniture e strategie di risparmio energetico».
Il quadro peggiora considerando il prelievo fiscale sul costo dell’elettricità: per le MPI italiane supera del 68% la media europea, e per quelle con consumi inferiori a 20 MWh il divario raggiunge il 92,5%. Il gap diminuisce solo per le imprese più grandi, con consumi superiori a 20.000 MWh, che beneficiano di tariffe più competitive.
Nonostante la riduzione dei prezzi all’import di petrolio e gas nei primi sei mesi del 2025 e il calo del 4,5% del prezzo all’ingrosso dell’energia rispetto al 2021, la pressione sui costi per le MPI resta elevata: il prezzo dell’elettricità è ancora superiore del 36,8% ai livelli precrisi, evidenziando una “coda lunga” della crisi energetica che continua a gravare sul sistema produttivo italiano.
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