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Monselice, “Lasciateci Respirare”: 25 anni di battaglie nella “terra dei fumi”

Foto La Terra dei Fumi 3

Nel 1996 le parole di un sacerdote ispirarono il movimento popolare

“Terra dei Fumi - 25 anni di mobilitazioni nella capitale dei cementifici” “Terra dei Fumi - 25 anni di mobilitazioni nella capitale dei cementifici”
Un quarto di secolo che prende vita nel documentario “Terra dei Fumi - 25 anni di mobilitazioni nella capitale dei cementifici”. La giornalista Giada Zandonà e il produttore video Alberto Boaretto, in un susseguirsi di interviste, immagini e ricordi, guidano il pubblico sulle tracce delle lotte messe in campo in più di due decadi da Lasciateci respirare. Una storia, quella del comitato popolare, che nasce ai piedi della Rocca nel 1996 sulla spinta di una frase pronunciata da Don Francesco Buso durante un funerale. Il parroco del Carmine, infatti, durante la funzione sbotta dicendo “sono stufo di celebrare funerali di lavoratori di cementifici”. Le sue parole smuovono gli animi: da lì una nuova assemblea, lo scambio su temi caldi quali inquinamento, tumori, impatto dei fumi e la scelta del nome che ancora oggi identifica il comitato grazie alla parrocchiana Flora. “A metà degli anni ’90 nella bassa padovana si viveva una delle contraddizioni ambientali più forti, dove la concentrazione di 3 impianti nel raggio di 5 km, la rendeva la capitale europea dei cementifici. Per diversi inquinanti questi impianti, insalubri di prima classe, avevano emissioni pari a quelle di 30 inceneritori” sottolinea Francesco Miazzi “Però nessuno osava mettere in discussione una filiera che permeava l’economia di un territorio, con un migliaio di addetti e tante attività correlate”. La situazione cambia con la nascita di Lasciateci Respirare. “Un nome che farà la storia di tanti territori, che apre il conflitto tra ambiente e lavoro, tra salute e reddito” si legge in una nota del comitato “Un conflitto che costringe a ridiscutere il modello di produzione, andando a prefigurare una diversa valorizzazione del territorio, in grado di garantire un reddito in maniera rispettosa della salute e dell’ambiente”. Nel corso degli anni l’impegno del comitato si è concentrato su diversi fronti: primo fra tutti quello dell’inquinamento prodotto dai cementifici ma non sono mancate mobilitazioni anche contro l’escavazione nei Colli Euganei, la cementificazione nell’area del Parco Colli, il traffico di rifiuti tossici, le discariche abusive e gli impianti di biogas. Tra le altre, una delle battaglie più significative è quella protrattasi per dieci anni, dal 1997, contro la costruzione di un elettrodotto da 132 kv al servizio principalmente delle tre cementerie. Un campo di azione, quello di Lasciateci Respirare, che si apre alle vicende dei comuni limitrofi com’è stato, di recente, per l’ampliamento della discarica di Sant’Urbano e la costruzione del centro commerciale di Due Carrare, “Il documentario non vuole rappresentare semplicemente la storia di un Comitato, ma cerca di fornire la consapevolezza che di fronte alle ingiustizie sociali e ambientali è necessario ribellarsi” precisano da Lasciateci Respirare “cerca di dare un messaggio positivo per dimostrare che il futuro non è solo nelle mani di chi ci governa, ma passa soprattutto nella determinazione e la mobilitazione di tutti i cittadini”. Martina Toso
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