Progetto per l'integrazione e accoglienza "Sai", accolti rifugiati ucraini
Il comune di Este capofila al bando promosso dal ministero dell’interno per progetto Sai. Si tratta di un progetto dedicato all’accoglienza e all’integrazione dei richiedenti asilo e rifugiati, precedentemente denominato Sprar, della durata di quattro anni, che in questo caso è destinato soprattutto all’accoglienza di cittadini ucraini. Il progetto ad Este era già attivo, sino allo stop voluto nel 2016 che ha visto decadere nel 2019 l’accoglienza nel territorio atestino. Il timore era quello che ad Este arrivassero non solo i profughi dello Sprar, ma anche i migranti accolti nelle strutture dei Comuni limitrofi. Una paura infondata, dato che il il bando prevedeva e prevede un numero chiuso di richiedenti asilo da destinare ai Comuni che aderiscono al progetto. “Este, come capofila di un gruppo di comuni della provincia di Padova, ha presentato la domanda al ministero dell’interno per 40 posti da destinare all’accoglienza di nuclei familiari relativi all’emergenza Ucraina - spiegano la consigliera Eva Vigato e gli assessori Simonetta Spigolon e Loris Ramazzina - La domanda verrà esaminata da una commissione di valutazione per il finanziamento dal fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo”.
Progetto diffuso in tutto il territorio italiano
Si tratta di un progetto diffuso su tutto il territorio italiano, costituito proprio dalle reti degli enti locali con l’obiettivo di garantire non solo le principali attività di accoglienza e assistenza sanitaria, con sostegni economici e di prima necessità, ma anche servizi trasversali come la mediazione linguistico-culturale, l’orientamento e l’inserimento abitativo e lavorativo, così come percorsi culturali, sociali e sportivi per favorire l’integrazione e la conoscenza del territorio. I comuni che hanno aderito all'iniziativa accoglieranno 40 rifugiati per un periodo da sei mesi a un anno. “I richiedenti asilo potrebbero essere accolti nelle case di privati cittadini, nelle parrocchie ed in altre strutture che al momento stiamo valutando. Si tratta di un’accoglienza diffusa, quindi non di un hub come quello che anni fa era sorto a Bagnoli - spiega la consigliera Vigato-. Ora dobbiamo attendere i tempi tecnici per poi organizzare il tavolo di lavoro collettivo per l’accoglienza che al momento è dedicato alle famiglie ucraine, ma dato che il progetto durerà quattro anni, potrebbero essere accolti nuclei famigliari di rifugiati provenienti da altre nazioni, che hanno diritto all’accoglienza” conclude Vigato.
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