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Bassa Padovana ancora nella morsa della siccità

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Coldiretti Padova: senza pioggia colture a rischio e costi in aumento, preoccupazione anche per la preparazione dei terreni per la semina

La siccità non concede tregua e gli agricoltori dopo una delle estati più aride e calde di sempre, fanno i conti anche con un autunno avaro d’acqua. La situazione è particolarmente critica nella Bassa Padovana, spiega Coldiretti Padova, dove in questi giorni i produttori stanno irrigando con i getti le coltivazioni di ortaggi, in particolare i radicchi, tipica coltura autunnale, in piena maturazione. Le piogge delle scorse settimane non sono state sufficienti e pertanto gli agricoltori hanno dovuto fare ricorso ad irrigazioni straordinarie, decisamente fuori stagione, per non compromettere il raccolto. In questi giorni i getti sono ricomparsi nell’area di Este ma anche in altre campagne della Bassa Padovana. “Speravamo che con la fine dell’estate arrivasse anche la pioggia – spiega Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova – ma così non è stato e ora i nostri agricoltori si trovano costretti, a metà ottobre, a sostenere ancora ingenti spese per l’irrigazione di soccorso agli ortaggi. Già la situazione non è rosea a causa del vertigionoso aumento delle bollette energetiche ma anche dei fertilizzanti e delle materie prime. Ora per irrigare e garantire la produzione di radicchi e altri ortaggi le nostre aziende sono costrette ad ulteriori sacrifici. Del resto le precipitazioni sono state scarse. Dall’inizio di settembre, stando ai dati Arpav, a Sant’Elena, ad esempio, ha piovuto tre giorni e sono caduti complessivamente 45 mm d’acqua. Ad Ospedaletto siamo arrivati a 50 millimetri, a Montagnana 58, a Sant’Urbano 52 millimetri. In questa stagione le piogge dovrebbero essere più abbondanti, inoltre veniamo da una delle estati più siccitose degli ultimi decenni, caratterizzata anche dal gran caldo. Questo 2022 rischia di chiudersi come si è aperto – conclude Bressan – con poca disponibilità d’acqua per l’agricoltura e le aziende costrette a scegliere se sostenere costi ingenti per salvare il raccolto oppure se sperare che prima o dopo piova. Da anni ormai facciamo i conti con i cambiamenti climatici ma ormai le emergenze sono sempre più frequenti e preoccupanti”. Con l’arrivo dell’autunno le ore di sole sono sempre meno ma, spiegano i tecnici di Coldiretti Padova, le piante per crescere hanno bisogno d’acqua e i terreni sono nuovamente a secco. Nella Bassa Padovana la situazione è particolarmente complessa per le aziende orticole che producono i radicchi veneti: centinaia di imprese impegnate nella produzione degli ortaggi tipici di stagione. Ma, aggiunge Coldiretti Padova, c’è preoccupazione anche per la preparazione dei terreni in vista delle semine autunnali di grano tenero, grano duro e orzo. Ma è tutto fermo perché se non piove, spiegano gli esperti di Coldiretti, non sarà possibile procedere alla semina dei cereali autunno vernini. Finora la siccità ha avuto un impatto preoccupante sulle principali produzioni della nostra provincia, che hanno registrato cali di oltre il 30%-40% per il mais e i foraggi che servono all’alimentazione degli animali, del 30% per il frumento duro. In diminuzione di oltre 1/5 le produzioni di frumento tenero, ma crollano del 30% pure la produzione di riso, del 15% quella della frutta che ha dovuto farei i conti anche con il caldo e i parassiti. Dall’inizio dell’anno Coldiretti stima nella nostra provincia danni per oltre 180 milioni di euro tra seminativi a pieno campo, ortaggi e frutteti. Ma la cifra è destinata a salire se non pioverà sul serio.
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