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“Bassa invasa dalle nutrie” agricoltori preoccupati

miottoUna nutria ogni dieci abitanti. E’ il dato scioccante diffuso da Coldiretti Padova in merito alla proliferazione di questi roditori nel Veneto. L’analisi non arriva da uno studio scientifico ma prende le misure da un’elaborazione compiuta dall’Università di Pavia in Lombardia: qui si conta una nutria ogni dieci persone, con il record negativo di Lodi e Mantova dove si scende a un esemplare ogni due abitanti o poco più mentre a Cremona il rapporto è di uno a tre e a Pavia di uno a cinque. “Secondo l’università di Pavia bisognerebbe riuscire a eliminare più di un milione e 400 mila esemplari per risolvere il problema. - denuncia Coldiretti, spostando il focus sulla nostra regione - In Veneto non è ancora stato compiuto uno studio simile ma ricordiamo che le aree di pianura della nostra provincia si trovano in situazioni analoghe a quelle della Lombardia”. Aggiunge il presidente Federico Miotto: “E’ evidente che ormai ci troviamo di fronte ad una invasione incontrollata. Questo animale nocivo sta creando seri danni in tutto il territorio padovano, mettendo a rischio, come già è accaduto, la tenuta degli argini. Con le prossime piogge i corsi d’acqua potrebbero riempirsi velocemente. Abbiamo centinaia di chilometri di argini a rischio a causa delle gallerie scavate dalle nutrie, dalla Bassa all’Alta Padovana. E proprio l’aumento improvviso del livello d’acqua potrebbe portare a cedimenti o, peggio, a vere e proprie rotte anche lungo i canali più importanti, con danni ingenti”. Miotto tira in ballo anche le profonde buche che i roditori scavano nei campi, con il concreto rischio di ribaltamento dei trattori e dei mezzi agricoli al lavoro. A questo si aggiunge la distruzione delle coltivazioni. “La Regione deve intervenire senza indugio per permettere ai Comuni di mettere a punto i piani di intervento su tutto il territorio. Dobbiamo inoltre coinvolgere i Consorzi di Bonifica della nostra provincia, che già affrontano da anni questa emergenza sostenendo spese importanti per anridurre il rischio provocato da questi roditori. Per gli amministratori locali si tratta dell’ennesima incombenza ma noi siamo pronti a fornire la collaborazione necessaria per mettere a punto le misure più efficaci». La via è semplice: caccia e trappole utilizzando anche il personale istituzionale, come peraltro la legge permette. Nicola Cesaro
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